mercoledì 15 febbraio 2012

LE CARAFFE DELLA SALUTE FINISCONO SOTTO INCHIESTA

“L’acqua filtrata presenta controindicazioni”. Indagati a Torino dieci produttori   italiani e tedeschi

ALBERTO GAINO
TORINO
Caraffe filtranti: un business di 820 mila pezzi venduti nel solo 2010 e trend in crescita, il controllo del mercato dell’acqua da bere si è tradotto in esposti di Mineracqua, l’associazione dei produttori di «bollicine», sviluppati da più procure. Quella torinese segna un passo avanti nelle indagini dopo la perizia che mette sotto accusa i 10 maggiori fabbricanti di caraffe filtranti. Già un paio erano sotto inchiesta per commercio di sostanze alimentari nocive e frode in commercio. Accuse destinate ad estendersi agli altri otto produttori presenti sul mercato italiano.

La perizia commissionata dal pm Raffaele Guariniello chiarisce che le caraffe filtranti assorbono calcio e magnesio presenti nell’acqua potabile e li sostituiscono con potassio e sodio. Ma non è una scoperta dei chimici che hanno sottoposto ad analisi l’acqua del rubinetto filtrata. Lo dichiara una parte delle case produttrici nelle «avvertenze» agli acquirenti dei loro prodotti. Una di queste imprese informa i consumatori con queste parole: «Si consiglia a chi sia in dialisi o abbia comunque problemi renali di discutere con il proprio medico l’utilizzo di acque filtrate».

Un’altra avvertenza, più generale: «Ai soggetti che ricorrano ad una dieta povera di sodio si consiglia di consultare un medico». Metà delle dieci case dà segnalazioni di questo genere, l’altra metà lascia nell’ignoranza completa i propri clienti. O si limita ad indicare nell’etichetta del prodotto che è buona cosa, per chi «soffra di deficit immunitario», far bollire l’acqua una volta filtrata.

L’acqua potabile arricchita di sodio è un problema per diabetici, cardiopatici, ipertesi e nefropatici. Saperlo con chiarezza è importante. Così come sette caraffe su 10 rilasciano nell’acqua tracce di sali d’argento (presenti nei filtri) e di ioni d’ammonio. Erano considerate sicure per il ministero della Salute, Guariniello ha inviato a Roma la sua perizia come materiale di riflessione.
 

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