giovedì 26 gennaio 2012

domenica 22 gennaio 2012

Profezie, Misteri, Alieni & Co.

di Suman Casini

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Un’onda anomala sta spazzando il web, contagiando vari programmi televisivi e i salotti dei talk-show che di solito si occupano di gossip, oltre ai più importanti quotidiani sempre piuttosto pragmatici nell’informazione.

Profezie, enigmi e misteri di ogni tipo, comete che a breve impatteranno la terra, pianeti misteriosi che faranno ribaltare l’asse terrestre, tsunami solare, extraterrestri in arrivo o già stanziali nascosti fra noi, complotti planetari, allineamenti cosmici, misteriose adduzioni, morbi alieni sconosciuti, repentini cambiamenti del dna, codici segreti per accedere a segreti ancora più segreti, e chi più ne ha più ne metta. Il tutto spacciato per un avvenirismo illuminato con il bollino verde new age e il target mirato di fare proseliti, lasciando impotente perfino il CICAP, che non riesce a combattere il dilagare di tanta visionaria e pretestuosa informazione.

Il 2012 è dietro l’angolo, regalandoci la fine del mondo. O almeno questo vogliono farci credere con una sconcertante propaganda a tappeto che odora di superstizione e ha dell’incredibile. Ridicola direi, se non fosse che nelle menti di tanta gente il pensiero dell’ignoto e di un grande pericolo incombente crea forti complessi di insicurezza e paura. Mentre sotto gli occhi di tutti il mondo sta davvero agonizzando, moralmente, economicamente, politicamente, socialmente, spiritualmente e ambientalmente.

E sempre nel web al nichilismo globale si contrappone il teorema del salto evolutivo della specie umana. Così, dal giorno alla notte, proiettati cosmicamente e senza fare alcuno sforzo in un futuro di armonia e di luce. Prevedendo rivelazioni e illuminazioni di massa, nonché l’ascensione di una parte dell’umanità a livelli evolutivi superiori. Promettendo l’avvento di una civiltà transgalattica e multidimensionale, entrata di diritto e chissà come nell’immortalità.

Farneticazioni a parte il fenomeno è socialmente rilevante e sintomatico, palesando la mancanza di chiarezza e di punti di riferimento in cui si trova l’umanità. Cadute le grandi ideologie, dismesse le religioni, cosa resta? Un vuoto profondo da riempire con il consumismo di prodotti e di idee, e più oscure sono più fanno presa. E in questo anche la religione cattolica fa la sua parte, con il detto e non detto delle profezie di Fatima e Medjugorie, lasciando l’umanità in un limbo di incertezza e di dogmi.

Da non trascurare poi l’effetto fattoide, che non permette più di distinguere fra realtà, ipotesi o propaganda. E internet in questo è maestra, rimbalzando le notizie e ingigantendo l’effetto. Qualcosa viene detto e ridetto usando tutti gli strumenti disponibili e bombardando le persone che ignare assecondano il gioco, e solo per questo alla fine diventa vero e reale sostituendosi ai fatti.

La domanda allora è sempre la stessa. Cui prodest? A chi giova questa propaganda mirata che fa di ogni erba un fascio, giocando con le debolezze umane e l’ignoranza, facendo del dogma e del mistero la nuova religione? Un tam tam mediatico i cui risultati si sono già visti lo scorso maggio, quando per le profezie diffuse in rete tanta gente ha abbandonato Roma temendo il terremoto. Ma per la fine del mondo è difficile immaginare che ci siano posti dove mettersi in salvo, e la paura irrazionale e incontrollata può portare a reazioni individuali e collettive di ogni tipo.

E che siano proprio i Maya a dirci qual è il nostro destino collettivo è quantomeno sconcertante. Un popolo idolatra e crudele, castista, schiavista e sanguinario, che praticava i sacrifici umani, i cui sacerdoti astronomi, artefici del calendario Maya e quindi delle profezie, erano dediti all’uso di droghe allucinogene. Gente che credeva che la terra fosse piatta e non ha saputo prevedere la propria fine, prendendo in tempo le dovute misure.

Ma qui non interessa entrare nella diatriba fra catastrofisti e bufalisti dando ragione a questo o a quello, né discutere le competenze astronomiche dei Maya contrapponendole alle affermazioni di illustri scienziati dotati di supertelescopi e tirati in ballo per i capelli. L’agorà che ruota intorno al 2012 vede infatti schierati esperti e opinionisti di ogni rango e ogni tipo, rimbalzando i pareri più opposti a suon di interviste, di video e di blog.

Torniamo quindi alla domanda che ci interessa. Chi ci guadagna?

In primo luogo l’onda catastrofista riempie di soldi le tasche di chi sul 2012 sta facendo un bel business, dall’editoria rampante ai film, dai gadget ai programmi televisivi, conduttori in prima fila, per non parlare dei vari escamotage per la sopravvivenza. Nel calderone del 2012 troviamo infatti film e libri di ogni tipo, magliette schierate con i Maya a mo’ di scongiuro, corsi di sopravvivenza con distribuzione di pietre focaie e vendita online di costosissimi bunker anti-fine del mondo.

Ma questa è solo la punta dell’iceberg, il furbo cavalcare l’onda di chi ha visto nel botto finale un’ottima occasione per fare soldi. Il vero problema è altrove. Dietro quelli che vengono spacciati come “i confini della conoscenza” e la obnubilante propaganda dell’occulto c’è un occulto ancora più occulto rintracciabile semplicemente, seguendo le sue tracce come le briciole di Pollicino.

La paura è sempre stato uno dei maggiori strumenti del potere, condizionando le menti e distogliendole dai veri problemi, e soprattutto dalle soluzioni. Accompagnata dalla sua più fedele sostenitrice, l’ignoranza. Non è un caso perciò che il collasso di un sistema basato sullo sfruttamento a oltranza e l’uso incondizionato e irrazionale delle risorse del pianeta coincida con questa onda oscurantista, facendo fare all’umanità un balzo indietro invece che in avanti. E non è nemmeno un caso che questa propaganda in pieno stile medievale investa esclusivamente la parte del mondo più tecnologicamente avanzata e ricca, visto che i poveri del mondo non interessano a nessuno e hanno già troppo di che preoccuparsi cercando di sopravvivere giorno per giorno.

Difficilmente infatti i bambini che razzolano nell’immondizia di tanti suburbi si preoccupano del 2012, mentre i nostri bambini lo fanno, chiedendo alle maestre e ai genitori cosa c’è di vero. Gli scampati all’ultima inondazione in India o al terremoto in Sikkim hanno certamente altro a cui pensare, come la maggior parte delle donne afgane ancora relegate dietro al burka che oltre che dai mariti devono guardarsi dalle mine, o quelle arrestate dopo essere state violentate, perché in base alla legge musulmana sono accusate di aver commesso adulterio. E certo del 2012 non si preoccupano nemmeno i garimpeiros che bruciano le loro vite cercando diamanti per i ricchi del mondo, o le donne somale che muoiono di fame e di sete insieme ai loro bambini, o tutti i malati del terzo mondo che non hanno medicine per curarsi.

Mentre i governi dei ricchi fanno acrobazie per salvare un sistema economico e politico che fa acqua da tutte le parti, dimostrandosi meno bravi dei funamboli di un circo di quinta categoria e più ridicoli di uno qualsiasi dei suoi clown, e visto che nemmeno le celebrazioni planetarie dell’11 settembre hanno riportato in auge lo spauracchio mondiale del terrorismo islamico e la jihad contro l’occidente, cosa può esserci di meglio per tenere sotto controllo la situazione del dilagare di una paura incontrollata legata alla fine del mondo?

Ci hanno provato già nell’anno mille e anche nel duemila con il millenum bug, usando tutta la numerologia possibile per far coincidere le date con immani catastrofi. Certo, il 2012 è dietro l’angolo, quindi la verifica è a breve termine. Anzi brevissimo, visto che i primi segnali evidenti dovrebbero manifestarsi già nell’ottobre di quest’anno. Intanto però si guadagna tempo, e il tempo è denaro, e il denaro è potere. Se poi il mondo non finisce allora ci sarà dietro l’angolo qualche altro piano oscurantista pronto da sfornare, magari il sempre dilazionato sbarco degli alieni o la terza guerra mondiale, visto che in certi film si ricomincia a parlare di guerra termo-nucleare. Oppure l’emergenza planetaria legata a superintelligenze artificiali in grado di controllare e sottomettere gli umani, o lo scenario apocalittico della Grey Goo, la mortale melassa grigia nata dalle nanotecnologie e dai batteri artificiali autoreplicanti, in grado di colonizzare il pianeta in brevissimo tempo fagocitando tutto, distruggendo l’ecosistema e quindi l’umanità.

Viviamo in un mondo in cui volendo ci sarebbe davvero di che sfamare tutti e aiutare il progresso globale. Un mondo dotato di risorse che andrebbero usate consapevolmente e distribuite equamente, con conoscenze scientifiche e tecnologie molto avanzate che permettebbero di risolvere velocemente molti problemi sociali e ambientali e cambiare radicalmente lo status quo. Basterebbe fare le scelte giuste. Ma per fare le scelte giuste occorrono le persone giuste con le menti giuste, i cui obbiettivi primari non siano la ricchezza e il potere ma il benessere collettivo e lo sviluppo delle potenzialità umane nel rispetto dell’ecosistema. In grado quindi di ripensare il mondo in modo diverso e riorganizzarlo sulla base di principi etici universali, con una visione che abbracci ogni sfera dell’esistenza, fisica, mentale e spirituale.

Un solo semplice esempio. Yunus e la sua Grameen Bank, la banca a sostegno dei poveri. Dimostrando che il denaro può essere usato diversamente, per aiutare lo sviluppo della gente invece di creare bolle finanziare che fanno scoppiare l’intero sistema mondiale.

La globalizzazione finanziaria e economica non funziona e da tempo mostra tutte le sue crepe e contraddizioni, creando l’illusione di una omogeneità di sviluppo mondiale inesistente e fittizia. Traslata dal mondo dell’economia a quello dell’agricoltura si può paragonare alle monocolture intensive, che riempiono il terreno di pesticidi inaridendolo e succhiando tutta la vitalità. Distruggendo non solo un complesso habitat fondamentale, ma anche le comunità che gravitano nella sua orbita, ridotte al rango di spettatrici e consumatrici del prodotto finito, se mai potranno permetterselo.

L’irrazionalità di chi distrugge le foreste pluviali togliendo una parte fondamentale dell’ossigeno e dell’acqua necessarie all’equilibrio del mondo ha solo uno scopo: il denaro. E siccome denaro e potere vanno a braccetto di pari passo l’equazione è sempre più soldi sempre più potere. A ogni costo e senza guardare in faccia a nessuno.

E poiché i confini della scienza e delle tecnologie attualmente a disposizione dell’uomo sono davvero avveniristici, perché l’umanità non si autodistrugga con le sue stesse mani occorre un’etica superiore che ne controlli l’uso, mettendo la salvaguardia del pianeta e il benessere collettivo sempre al primo posto. Il disastro di Fukushima è una lezione per tutti, ma il nucleare non è l’unico pericolo da scongiurare, visto che in tanti laboratori si portano avanti ricerche che se usate avventamente o per scopi lucrativi possono davvero mettere fine al nostro pianeta.

Ma cosa c’entra tutto questo con le profezie dei Maya?

Pensiamo all’inquisizione, o al dominio dei papi corrotti e violenti assetati di ricchezza e potere, le cui vicende sono ben illustrate in una recente serie televisiva. Qual era il loro principale strumento di potere, e qual è stato il deterrente che ha paralizzato interi popoli favorendo il dilagare del nazismo e del fascismo?

La paura e i dogmi hanno sempre favorito i regni del terrore, ma ora siamo nella democrazia, e il volto del dittatore deve essere camuffato, i suoi strumenti raffinati, usando le più sofisticate tecnologie e le armi più occulte di seduzione e persuasione di massa. Penetrando nei recessi più profondi della mente e sottomettendola al proprio volere in maniera subdola, senza apparire in prima persona, e senza rivelare il vero scopo di un sistema ben organizzato di condizionamento globale. Coordinando da dietro le quinte lo svolgimento dello spettacolo e tirando i fili per far ballare le marionette.

Oggi si balla a suon di fine del mondo, domani chissà. Quello che è certo però è che prima o poi si vedrà che il Re è nudo, scoprendo chi c’è dietro le quinte e interrompendo il suo gioco.

E se la fine del mondo invece ci fosse davvero cosa resta da fare? Dedicarsi a opere di bene e raccomandare la propria anima a Dio, perché la cosa migliore da fare nella vita è arrivare al momento della morte spiritualmente pronti e più puri di cuore possibile.