mercoledì 19 dicembre 2012

SCONCERTANTE : IL VESCOVO DI PARMA APPOGGIA LA FABBRICA DI MORTE DELL'INCENERITORE

Il comitato Gestione corretta rifiuti critica la Diocesi di Parma per il suo silenzio: "Si schieri con la gente" COMUNICATO STAMPA: “L'appello al vescovo di Parma è netto: prenda posizione contro l'inceneritore. I medici che operano secondo codice deontologico, non con "animus politicus", mostrano e denunciano da tempo che accanto a questi impianti ci si ammala severamente e si muore. Per questo i medici hanno chiesto la moratoria contro la costruzione di inceneritori. Sono centinaia le sostanze che passano dalla madre al feto durante la gestazione. Stiamo trovando nel latte materno delle donne che vivono accanto agli inceneritori tassi di diossina elevatissimi. Moniter, lo studio epidemiologico finanziato dalla Regione Emilia Romagna, ha evidenziato molte criticità tra le quali “l'associazione coerente e statisticamente significativa tra livelli di esposizione ad emissione di inceneritore e nascite pre-termine". Come possiamo salvaguardare il creato e le creature con una industria insalubre che avvelena terra, acqua e aria, che offende la salute della gente e le risorse delle future generazioni? Il vescovo di Acerra si è rifiutato di benedire l'inceneritore locale quando è stato inaugurato in pompa magna dall'allora presidente del Consiglio. Queste furono le sue parole riprese dai media: “Mi hanno chiesto di benedirlo questo inceneritore, ma non me la sento, la mia scelta è frutto di una decisione presa in accordo con l’intero consiglio episcopale, col quale mi sono confrontato. Non posso condividere qualcosa contro cui ho lottato anche io”. Monsignor Rinaldi è stato sempre accanto alla popolazione che protestava contro la costruzione dell’inceneritore, in un territorio già pesantemente inquinato. Solidale con il vescovo anche l’intero consiglio pastorale della diocesi di Acerra, che diffuse in quei giorni un forte comunicato: “Netta azione di contrasto al Piano di smaltimento dei rifiuti voluto dalle amministrazioni regionali di tutte le tendenze politiche... impostazione sommaria e grossolana del problema rifiuti che comporta, non solo per Acerra, un grave rischio ambientale, uno snaturamento della vocazione agricola del territorio, oltre che una caduta di civiltà. Dal punto di vista del metodo il progetto dell’inceneritore è stato calato dall’alto, senza alcun confronto con la popolazione". Mai una volta il vescovo di Parma Solmi si è espresso in questi termini. Mai una volta il vescovo di Parma Solmi ha partecipato a una fiaccolata con le famiglie. Mai una volta il vescovo Solmi è venuto al Paganini ad ascoltare medici e chimici che denunciano la gravità del problema. Il vescovo di Acerra ha invitato nel suo Centro di etica ambientale i medici ISDE, proprio quei medici che Gcr ha portato in Consiglio comunale e al Paganini: la voce della scienza libera. La diocesi di Parma ha fatto sedere con titoli d'onore nel Centro di etica ambientale i vertici di Iren. Dalle carte dell'inchiesta della procura stanno emergendo reati gravi nella vicenda inceneritore. Sarebbe ora che il vescovo si mettesse a fianco della gente di Parma. La storia è colma di lezioni apprese in ritardo su pericoli conosciuti in anticipo. Non possiamo accettare che tra venti, trent'anni anni un Papa venga a chiedere scusa per le omissioni degli uomini del nostro tempo”. Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

giovedì 13 dicembre 2012

Verità sulla Barilla


 La Barilla importa molto più del 30% del grano dagli USA – Canada… … e lì buttano disseccanti sulle colture per far maturare il grano duro, con residui alti nella dieta (Monsanto ha chiesto recentemente all’EFSA di alzare i residui del Roundup anche sulle lenticchie) e il grano per la Barilla (o per la Plasmon) in italia, dove la Coldiretti dice di aver spuntato 1-2 € / q.le in più… pensate che successo… è sottoposto spesso a trattamenti chimici e concimazioni altissime…. per contratto !!!
Pesticidi venduti ovviamente anche dai consorzi agrari …(spesso di proprietà della Coldiretti) e la chiamano “alta qualità ” …. dimenticando “alta tossicità “… ovviamente nei limiti di Legge…. o di tolleranza …ma non di intolleranza… ampiamente superati dalle allergie galoppanti nel nostro paese e dall’incremento delle malattie degenerative, grazie all’avvelenamento della base della dieta Italica…
Il grano duro fino a 15 anni fa poco trattato o quasi per nulla… soprattutto al Sud Italia, sua Terra di elezione… oggi però si usano varietà molto produttive ma sensibili a tantissimi patogeni…. …ed ovviamente nessuno comunica agli agricoltori che basterebbe un pò di rame e zolfo per prevenirli… ovvero metodi biologici innocui… …mentre i bollettini fitosanitari regionali consigliano di intervenire con antimuffa chimici, quando è troppo tardi, quando la malattia si è¨ manifestata… quando ormai è inutile perchè il danno è stato fatto quando gli agricoltori spendono molto di più rispetto a un pò di zolfo e rame prima della levata… e addiritttura rovinano parte del raccolto per passare sopra la coltivazione a maggio (la paura di perdere tutto il raccolto è forte) …inquinando anche il terreno e le acque, oltre alla nostra dieta, ovviamente… (osservate i segni delle ruote dei trattori a maggio e distinguete i grani avvelenati da quelli biologici).
Inoltre la questione dei livelli di tolleranza di micotossine sul grano duro, aumentati dalla UE…. mi pare vera a quanto mi risulta con conseguente crollo dei prezzi in Italia… in particolare del Sud, dove le micotossine non ci sono… e il grano valeva molto di più anche per questo, oltre che per la qualità e la bassa produzione… tutto ciò a favore del Grano duro del Nord, di scarsa qualità.
Che sia italiana o americana, la Barilla, poco importa…. i prezzi del grano sono certamente saliti di brutto nel 2007…. anzi mostruosamente ma solo per il fatto che i contadini avevano ormai tutti venduto il loro grano ed essendo a ottobre esaurito tutto il grano italiano, anche perchè l’anno prima il prezzo era cosi basso che quasi la metà degli agricoltori hanno smesso di coltivarlo …con grave danno per i sementieri nazionali (Asseme).
Allora…. i commercianti internazionali hanno approfittato duramente… “prendere o lasciare .. se vuoi fare la pasta il prezzo lo decidiamo noi” hanno comprato a 18-20 € per q.le il granp sotto trebbiatura, poi hanno alzato fino a 25-27 € al quintale, a settembre ottobre… Per cui i contadini hanno venduto… e quando tutti hanno venduto loro il grano i commercianti sono passati all’incasso avendo il 100% del mercato nelle loro mani…. vendendo a oltre 100 € al q.le.. con le semole impazzite fino a 150 € /q.le…. E a Bari probabilmente arrivava di tutto.. (muffe incluse da lunghi stoccaggi) …ci sta che coi prezzi così alti le tentazioni siano state altissime per comprare anche gli stock che nemmeno la zootecnia poteva prendersi. Son voci ma sarebbe bene che andrebbero verificate dagli organi competenti non si sa mai…
Tutto questo si chiama speculazione (o prova generale di Globalizzazione…) da parte di gente che fa cosìì dai tempi dei Faraoni egiziani dove la Barilla è ovviamente anche vittima ma nello stesso tempo carnefice dei contadini e di se stessa non puntando chiaramente alla qualità biologica italiana (e/o internazionale, se il grano italiano non le basta…)
Intanto i fondi UE per costruirsi un silos aziendale per i cereali non sono più disponibili per gli agricoltori sarà un caso?
Cargill e sorelle vogliono tutto nelle loro mani e navi di grano solcano gli oceani per speculare sul prezzo passando da un porto all’altro in base al prezzo di mercato locale e alle carenze ed eccessi di turno delle produzioni (ho personalmente osservato un commerciante grande di Todi comprare grano come fossero azioni di borsa… …mentre gli parlavo dell’opportunità di puntare al biologico per la propria azienda… -figuriamoci- …mentre l’India fa marcire e distrugge milioni di tonnellate di grano (mentre la gente muore di fame) affinchè il prezzo tenga… ma sempre e soprattutto per fare un favore ai commercianti (e a qualche raro agricoltore di grossa taglia che se lo può permettere, perchè non ha debiti …il quale vende il grano quando il prezzo è maggiore… spesso aspettando mesi e mesi…)
Infine la radioattività…
Girano voci che il grano dell’Ucraina non sia dei migliori e nemmeno quello francese (tenero in questo caso) siamo sicuri che anche ai tempi di Cernobyl siano state distrutte tutte le produzioni? credo che sia molto probabile che qualche furbo le abbia diluite a dovere nel tempo… chissà… mancano le prove…
Insomma MANGIACOMEPARLI acquistando da chi si conosce direttamente 100% italiano, Biologico, e libero da OGM…
E’ l’unica difesa che abbiamo oggi per la nostra salute e per fortuna molti agricoltori hanno cominciato a … fare direttamente la Pasta Biologica e spesso di varietà locale italica, non modificata dalle radiazioni nanizzanti… concausa di celiachia diffusa.
A proposito, a quanto ammonta il danno sanitario di tale patologia/allergia negli ultimi decenni? e i danni da patologie degenerative associate al bioaccumulo di pesticidi …Alzheimer, tumori, squilibri ormonali, cancro al seno e alla prostata, ecc… ? …non sarà il caso che qualcuno cominci a pagare come è accaduto per l’Amianto? Non sarà il caso di organizzare una superprocura per affrontare il problema dei pesticidi e delle tossicità alimentari nel nostro paese?
Saluti cari, Dr. Giuseppe Altieri


lunedì 26 novembre 2012

APPELLO DEL GCR AI GIUDICI : INCENERITORE ILLEGALE E PERICOLOSO






Inceneritore, Gcr ai giudici:
"Deliberate con coscienza"

L'inceneritore va avanti o si ferma? Meno quattro alla giornata decisiva. Il 30 novembre il tribunale del riesame si pronuncerà sulla richiesta di sequestro del cantiere di Ugozzolo avanzata della Procura di Parma. In vista della data cruciale, il comitato Gestione corretta rifiuti si rivolge ai giudici. Con un appello. "Questa è una preghiera, una supplica, un'implorazione rivolta al collegio dei giudici - dice  Francesco Barbieri, anima dei no-termo, lunedì mattina all'hotel Savoy - studiate il caso con grande scienza e deliberate con coscienza. Facciamo sentir loro, oltre che la fiducia, il calore della società civile".

Una decisione determinante, ribadiscono i no-termo. "Sarà il coronamento del nostro lavoro o una bastonata?", si domanda Barbieri, ricordando anni di "protesta di altissima qualità dell'associazione, sobria, silenziosa e con la partecipazione nonni e bambini".   "Queste persone hanno commesso reati e infrazioni - dice - che se oggi sono solo di carattere burocratico, un giorno si potrebbero ripercuotere sulla nostra salute e su quella dei nostri figli. Queste persone - torna a ripetere - non potranno mai garantire una trasparenza. "

Sul cartellone esposto in conferenza stampa, il disegno di due persone con la maschera antigas davanti al termovalorizzatore fumante. E una serie di scritte in rosso: ricorso al Capo dello Stato, abuso edilizio e d'ufficio, dodici esposti in procura, dodici persone indagate, tariffe impazzite. "Se il 30 novembre verrà negato il sequestro del cantiere - ricapitola il presidente del Gcr Aldo Caffagnini - tutte le irregolarità commesse finiranno nel dimenticatoio. Fermiamoci e chiariamo tutto - è la sua richiesta - andare avanti ora sarebbe uno schiaffo a noi e a tutto il territorio".



martedì 30 ottobre 2012

I virus dei vaccini vengono coltivati in cellule di feti umani abortiti



 Helen Ratajczak, ricercatrice della Boehringer Ingelheim Pharmaceuticals, ha recentemente sollevato un vivace e turbolento dibattito tra chi discute il problema delle relazioni vaccino-autismo pubblicando un suo studio di revisione sulla ricerca sull’autismo. Si tratta di una nuova revisione di studi che esamina le varie cause ambientali dell’autismo, tra cui i vaccini e i loro componenti. Un elemento messo in luce, e che sembra essere sfuggito ai più è l’uso di cellule embrionali abortive nella produzione di vaccini.

 La CBS News ha riportato: “La Dr. Ratajczak riferisce che quando i produttori di vaccini hanno dovuto eliminare il thimerosal dai vaccini (con l’eccezione dei vaccini contro l’influenza che ancora contengono thimerosal), hanno cominciato a produrre alcuni vaccini utilizzando tessuti umani. L’utilizzo di tessuti umani secondo la Ratajczak riguarda attualmente 23 vaccini. Nel suo studio ha discusso l’aumento di incidenza dell’autismo in corrispondenza con l’introduzione di DNA umano nel vaccino MMR, e suggerisce che le due cose potrebbero essere collegate.

Le pagine della revisione contengono un dettaglio che difficilmente poteva passare inosservato, cinque parole che rivelano uno dei segreti più shoccanti di Big Pharma, delle aziende farmaceutiche cioè: “…allevato in tessuti fetali umani” A pagina 70 si legge: “Un aumento aggiuntivo del picco di autismo si raggiunse nel 1995 quando il vaccino della varicella fu allevato in tessuti fetali umani”. La maggior parte di noi è del tutto ignara che le cellule di cultura umana usate per allevare i virus dei vaccini derivano da feti abortivi da decenni ormai e chi li produce è ben felice che il pubblico continui ad ignorarlo, perché sa che questo non potrebbe essere accettato dalla gente sia per le ignote conseguenze per la nostra salute che per il credo religioso di molti. Il vaccino contro la varicella non è l’unico prodotto in questo modo e, secondo il Sound Choice Pharmaceutical Institute (SCPI), i seguenti 24 vaccini sono prodotti usando cellule provenienti da feti abortivi e/o contenenti DNA, proteine, o frammenti cellulari di colture di cellule coltivate derivate da feti umani abortivi:
Polio PolioVax, Pentacel, DT Polio Absorbed, Quadracel (Sanofi)
Measles, Mumps, Rubella MMR II, Meruvax II, MRVax, Biovax, ProQuad, MMR-V
(Merck)
Priorix, Erolalix (GlaxoSmithKline)
Varicella (Chickenpox and Shingles) Varivax, ProQuad, MMR-V, Zostavax
(Merck)
Varilix (GlaxoSmithKline)
Hepatitis A Vaqta (Merck)
Havrix, Twinrix (GlaxoSmithKine)
Avaxim, Vivaxim (Sanofi)
Epaxal (Crucell/Berna)
Rabies Imovax (Sanofi)


Vaccini e autismo: una nuova revisione scientifica
Gabriele Milani - http://autismovaccini.com

 Sharyl Attkinsons è una giornalista investigativa della CBS News ed ha intervistato nei giorni scorsi Helen Ratajczak: ex ricercatrice della Boehringer Ingelheim Pharmaceuticals che ha pubblicato, come autrice o coautrice, 41 articoli articoli scientifici a volte “castrati dagli interessi delle case farmaceutiche“.
E’ stata anche coautrice nel 2006 di uno studio per l’FDA e, nello stesso anno, è stata eletta Presidente della sezione Nord Est dell’Istituto di Tossicologia. E’ una scienziata seria e rispettata che dichiara apertamente alla CBS: “ora che sono in pensione posso scrivere ciò che voglio“. E così è stato!… La sua revisione scientifica relativa al collegamento tra autismo e vaccini sta facendo tremare la CDC che, da nota ufficiale, risponde imbarazzata affermando che “ci vorrebbe troppo tempo per studiare e controbattere questa revisione scientifica“.

L’articolo è stata pubblicato dal Journal of Immunotoxicology ed è intitolato “Aspetti teorici dell’autismo: cause – un riesame“. Un pò a sorpresa è quindi un ex scienziato senior presso una ditta farmaceutica ad aprire il coperchio del pentolone degli orrori. La Ratajczak ha fatto quello che nessun altro ricercatore, a quanto pare, si è preoccupato di fare: ha esaminato tutto il corpo delle pubblicazioni scientifiche emerse dopo che l’autismo è stato descritto dal 1943. Non solo la teoria suggerita dalla ricerca quale il ruolo del vaccino trivalente Morbillo Parotite Rosolia, o il conservante al mercurio (thimerosal), ma ha analizzato tutte le ricerche riguardanti i vaccini in generale.

 Nel suo articolo la Ratajczak afferma che “cause documentate di autismo includono mutazioni genetiche e/o delezioni cromosomiche, infezioni virali, e l’encefalite a seguito della vaccinazione. Conseguenza: l’autismo è il risultato di difetti genetici e/o infiammazione del cervello provocato dai vaccini“. L’articolo prende in esame molti colpevoli potenziali correlati alle vaccinazioni, compreso il numero sempre più crescente di vaccini somministrati in un breve periodo di tempo.

 “Ciò che ho pubblicato è altamente incentrato sulla ipersensibilità del sistema immunitario del nostro corpo che viene buttato fuori di equilibrio” così afferma la Ratajczak nell’intervista. Il Dr. Brian Strom, Università della Pennsylvania, che ha lavorato per lo I.O.M. (Istituto di Medicina) in qualità di consigliere per il governo sulla sicurezza dei vaccini, dice che l’opinione medica prevalente è che i vaccini sono scientificamente legati alla encefalopatia (danno cerebrale), ma non sono scientificamente legati all’autismo.

Così, per quanto riguarda la revisione della Ratajczak, afferma che non trova nulla di straordinario: “Questa è una rassegna di teorie. La scienza è basata su fatti. Bisogna trarre conclusioni sugli effetti di un’esposizione sulle persone, avendo dati sulle persone. I dati sulle persone non supportano l’esistenza di una relazione in quanto tale, qualsiasi speculazione su una spiegazione per un (inesistente) rapporto è irrilevante“. Però la Ratajczak si occupa anche di un fattore che non è stato ampiamente discusso ma che è stato ampiamente denunciato anche dal sottoscritto: DNA umano contenuto nei vaccini.

Proprio così, DNA umano come denunciato anche dalla Pontificia Accademia Pro Vita. I rapporti della Ratajczak mettono in evidenza che all’incirca nello stesso momento in cui i produttori di vaccini furono chiamati a togliere dalla maggior parte dei vaccini il thimerosal (con l’eccezione dei vaccini antinfluenzali che ancora ampiamente contengono thimerosal), hanno iniziato a produrre alcuni vaccini utilizzando tessuti umani. La Ratajczak dice che tessuti umani sono attualmente utilizzati in 23 vaccini. Lei quindi discute l’aumento dell’incidenza dell’autismo corrispondente all’introduzione di DNA umano nel vaccino Morbillo Parotite Rosolia, e suggerisce come gli eventi potrebbero essere collegati.

La Ratajczak afferma anche come un picco ulteriore di aumento dei casi di autismo si è verificato nel 1995 quando il vaccino contro la Varicella (Varivax) è stato coltivato nel tessuto fetale umano (MRC-5 si trova anche nel trivalente Priorix antiMoribillo-Parotite-Rosolia della GlaxoSmithKline che viene somministrato qui in Italia). Perché il DNA umano potrebbe potenzialmente causare danni al cervello? Il modo in cui si instaura questo meccanismo, da far gelare il sangue, viene spiegato molto semplicemente dalla Ratajczak: “Perché è DNA umano e i destinatari sono gli esseri umani. Avviene una ricombinazione omologa del DNA integrato nel DNA dell’ospite.

Una volta cambiato il DNA, secondo il concetto immunologico del self (proprio) e non-self (non proprio), si instaura un’alterazione del concetto di self e il proprio corpo attacca le proprie cellule. La maggior parte di questi avvenimenti avvengono nella loro massima espressione a danno dei neuroni nel cervello ancora in fase di maturazione del bambino. Così si instaura un processo di malattia autoimmunitaria che sfocia poi in una infiammazione. Questa infiammazione non si ferma, diventa cronica e continua per tutta la vita di quella persona“. Il Dr. Strom afferma che non era a conoscenza che il DNA umano era contenuto nei vaccini (ma che strano!), e ribatte: “Non importa … Anche se il DNA umano è stato utilizzato nei vaccini, non significa che essi causano l’autismo“.

La Ratajczak concorda sul fatto che “forse” nessuno ha ancora dimostrato come il DNA umano causa l’autismo, ma ricorda come i recentissimi studi del Sound Choice Pharmaceutical Institute sono una prova molto pesante che comprova questo legame e semmai nessuno ha dimostrato scientificamente il contrario. Un ulteriore prova di come questo dibattito sia definitivamente aperto, arriva dalla denuncia sanitaria di un buon numero di scienziati indipendenti che affermano di essere stati sottoposti a orchestrate campagne di discredito quando la loro ricerca esponeva i problemi di sicurezza del vaccino, soprattutto se si entrava in tema di autismo.

Così è stato chiesto alla Ratajczak come ha potuto effettuare ricerche in merito ad un argomento così controverso. Lei ha affermato che per anni, mentre lavorava nel settore farmaceutico, è stata limitata in quanto a ciò che le è stato permesso di pubblicare. “Ora sono in pensione“, ha quindi ribadito alla CBS News, “Io posso scrivere quello che voglio“. Così la CBS news ha deciso di mettere alla prova il CDC per dargli modo di sfidare l’opinione della Ratajczak. Dal momento che molti funzionari governativi e gli scienziati proseguono ad insinuare che le teorie che collegano i vaccini all’autismo sono state smentite, mentre la ricerca della Ratajczak dimostra il contrario, la CBS ha organizzato un contraddittorio.

 Ebbene, a sorpresa i funzionari del CDC affermano che “ci vorrebbe troppo tempo per studiare e controbattere questa revisione scientifica“. Integrazione Sentitosi punto sul vivo, il Centro americano per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) comunica sul suo sito che intende studiare l’autismo come possibile conseguenza clinica delle vaccinazioni, in un progetto di ricerca di 5 anni sulla sicurezza dei vaccini. Il CDC studierà anche la disfunzione mitocondriale e il potenziale rischio di “danni neurologici” post vaccinali e per questo sta riunendo un team di esperti sulla fattibilità di studiare conseguenze sulla salute come l’autismo su bambini vaccinati e non vaccinati. La mossa del CDC giunge un mese dopo che l’ente governativo che coordina le politiche sull’autismo (IACC) ha annunciato un cambiamento nelle priorità della ricerca verso i fattori ambientali scatenanti l’autismo, tra i quali include tossine, agenti biologici e “effetti avversi in seguito alle vaccinazioni”. Il Centro per la sicurezza dei vaccini del CDC ha identificato la necessità di studiare “i disordini neurologici, tra cui i disordini dello spettro autistico” come una possibile conseguenza clinica delle vaccinazioni.

 Il programma, che trovate qui nella sua interezza, si propone anche di stabilire se il conservante a base di mercurio thimerosal sia associato altresì all’aumento del rischio di “tic clinicamente importanti o della sindrome di Tourette“. Il CDC ha citato uno studio (Thompson, NEJM, 2007), che “ha stabilito che una aumentata esposizione al mercurio dalla nascita ai 7 mesi sia associata con tic motori e fonici nei maschietti” e ha aggiunto che “un’associazione tra esposizione al thimerosal e tic è stata trovata in due precedenti studi (Andrews, Pediatrics, 2004; Verstraeten, Pediatrics, 2003).”

Anche se bisogna sottolineare che Verstraeten ha poi rimangiato tutto quando è salito sulla carrozza della GlaxoSmithKline. Notando che il team IACC “suggerisce diversi studi che comprendessero bambini vaccinati rispetto a quelli non vaccinati per stabilire se c’erano delle differenze conseguenti sulla salute“, il CDC ha stabilito di riunire “una commissione esterna di esperti per offrire una guida sulla fattibilità sulla conduzione di questi studi e su quelli aggiuntivi sul programma vaccinale, comprendendo studi che possano indicare se le vaccinazioni multiple aumentino il rischio di disordini del sistema immunitario“.

 Probabilmente assisteremo a un bel valzer di burattini e bustarelle, possiamo facilmente scommetterci, però di fatto il tema relativo alla correlazione tra autismo e vaccinazioni apre finalmente tutte le porte degli orrori. Ne vedremo delle belle…. anche dal punto di vista dell’informazione!

giovedì 25 ottobre 2012

LA BALENA CHE VOLEVA PARLARE

La balena bianca che imitava le voci umane

23 ottobre 2012

Una balena bianca vissuta nell'acquario della statunitense National Marine
Mammal Foundation riusciva a imitare di proposito il ritmo del linguaggio
parlato umano, con frequenze di alcune ottave più basse rispetto ai suoni
emessi comunemente dai cetacei. Lo ha dimostrato un'analisi delle
registrazioni audio raccolte per anni dai ricercatori che hanno studiato NOC

(red)

Le balene possono imitare le voci degli esseri umani. L'incredibile
conclusione, riportata in un articolo pubblicato su «Current Biology» a
firma di Sam Ridgway e colleghi della statunitense National Marine Mammal
Foundation, è frutto dell'analisi dei suoni emessi da NOC, una balena bianca
(Delphinapterus leucas) vissuta in cattività in un delfinario.

“Le nostre rilevazioni portano a ipotizzare che per produrre quei
particolari suoni, simili all'articolazione di un linguaggio umano, la
balena ha dovuto modificare la propria meccanica vocale”, ha spiegato
Ridgway. “Questo suggerisce che stesse cercando qualche genere di contatto”.

L'inizio dello studio, come spesso succede, è frutto del caso. Nel lontano
1984, Ridgway e i suoi collaboratori avevano udito suoni insoliti emessi
quando si erano avvicinati alla vasca dei delfini e delle balene: era un po'
come sentire in modo indistinto il dialogo tra due persone un po' distanti.
Tempo dopo, un subacqueo che si era immerso nella stessa vasca era riemerso
chiedendo ai colleghi chi tra loro gli avesse detto di uscire. Poiché
nessuno dei presenti aveva parlato, per esclusione si era arrivati a
individuare il responsabile in NOC, una balena bianca che viveva tra i
delfini e altre balene della stessa specie, e che spesso era circondata da
esseri umani sia mentre era in immersione, sia fuori dall'acqua, cioè a
bordo vasca.

Ridgway decise di andare a fondo nella questione raccogliendo prove. Quindi
negli anni successivi ha registrato diversi audio dei suoni emessi da NOC e
ora l'analisi di questi suoni ha evidenziato un ritmo simile a quello del
parlato umano, con frequenze fondamentali, da 200 a 300 hertz, che erano
diverse ottave più basse rispetto a quelle tipiche dei suoni emessi
comunemente dalle balene.

“L'impronta della voce della balena era più simile a quella di una voce
umana che al vocalizzo consueto della sua specie”, ha aggiunto Ridgway. “I
suoni che abbiamo sentito erano un chiaro esempio di apprendimento vocale da
parte di questo cetaceo”.

Il fenomeno è ancora più stupefacente se si considera che le balene
producono i loro suoni tramite il tratto nasale e non la laringe come
avviene nell'uomo. Lo studio ha permesso di verificare che, per produrre
suoni simili a quelli degli esseri umani, NOC doveva variare la pressione
nel suo tratto nasale effettuando al tempo stesso altri aggiustamenti
anatomici e gonfiando il sacco vestibolare dello sfiatatoio.

Purtroppo NOC è morta cinque anni fa, ma la sua voce rimarrà per sempre.



martedì 25 settembre 2012

ROB HOPKINS- LA RIVOLUZIONE DOLCE - PARMA 24/9/2012

Le città di transizione

(Transition Towns in inglese) rappresentano un movimento fondato in Irlanda a Kinsale e in Inghilterra a Totnes dall'ambientalista Rob Hopkins negli anni 2005 e 2006. L'obiettivo del progetto è di preparare le comunità ad affrontare la doppia sfida costituita dal sommarsi del riscaldamento globale e del picco del petrolio.
 Il movimento è attualmente in rapida crescita e conta centinaia di comunità affiliate in diversi paesi.[2] Storia Il concetto di transizione matura dal lavoro fatto da Rob Hopkins (esperto di permacultura) assieme agli studenti del Kinsale Further Education College, culminato in un saggio dal titolo Energy Descent Action Plan. Questo tratta di approcci multidisciplinari e creativi riguardo a produzione di energia, salute, educazione, economia e agricoltura, sotto forma di "road map" verso un futuro sostenibile per la Città. Uno degli studenti, Louise Rooney, ha poi ulteriormente sviluppato il concetto di città di transizione e lo ha presentato al Kinsale Town Council, il quale con una storica decisione ha adottato il piano e lavora oggi alla propria indipendenza energetica. L'idea è stata poi riformulata ed espansa nel settembre 2006 per la città nativa di Hopkins, Totnes, dove egli oggi vive.

L'iniziativa ha avuto rapida diffusione e, alla data del 4 aprile2012, si segnalano oltre 400 comunità riconosciute ufficialmente come Transition Towns in Regno Unito, Irlanda, Australia, Nuova Zelanda ed Italia.[2] L'appellativo "città" rappresenta in realtà comunità di diverse dimensioni, da piccoli villaggi (Kinsale) a distretti (Penwith) fino a vere e proprie città (Brixton). In Italia l'unica città di transizione riconosciuta ufficialmente è Monteveglio, in provincia di Bologna.[3] Caratteristiche del progetto Lo scopo principale del progetto è quello di elevare la consapevolezza rispetto a temi di insediamento sostenibile e preparare alla flessibilità richiesta dai mutamenti in corso. Le comunità sono incoraggiate a ricercare metodi per ridurre l'utilizzo di energia ed incrementare la propria autonomia a tutti i livelli.

Esempi di iniziative riguardano la creazione di orti comuni, riciclaggio di materie di scarto come materia prima per altre filiere produttive, o semplicemente la riparazione di vecchi oggetti non più funzionanti in luogo della loro dismissione come rifiuti.Sebbene gli obiettivi generali rimangano invariati, i metodi operativi utilizzati possono cambiare.
 Per esempio Totnes ha introdotto una propria moneta locale, il Totnes pound, che è spendibile nei negozi e presso le attività commerciali locali. Questo aiuta a ridurre le "food miles" (distanza percorsa dal cibo prima di essere consumato, causa di inquinamento e dispendio energetico) e supporta l'economia locale.
La stessa idea di moneta locale verrà introdotta in tre Transition Towns gallesi.

Fulcro del movimento delle Transition Town è l'idea che una vita senza petrolio può in realtà essere più godibile e soddisfacente dell'attuale. "Ragionando fuori dallo schema corrente, possiamo in realtà riconoscere che la fine dell'era di petrolio a basso costo è un'opportunità piuttosto che una minaccia, e possiamo progettare la futura era a bassa emissione di anidride cabonica come epoca fiorente, caratterizzata da flessibilità e abbondanza - un posto molto migliore in cui vivere dell'attuale epoca di consumo alienante basato sull'avidità, sulla guerra e sul mito di crescita infinita".

 Futuro del progetto
 Il numero di comunità coinvolte nel progetto è in costante crescita, con molte città prossime alla "ufficializzazione". Il movimento riceve sempre maggiore attenzione da parte dei media grazie alla propria rapida crescita.


 


ESPERIENZA A TOTNES 









Finalmente, dopo tanto attendere, è arrivato anche in italiano il "Manuale
Pratico della Transizione ", il testo scritto da Rob Hopkins, fondatore del
movimento delle Transition Town, una rete di comunità locali che si pone
l'obiettivo di realizzare in maniera morbida ed in forma proattiva le grandi
sfide che il picco del petrolio  ed i cambiamenti climatici impongono alla
nostra generazione: il passaggio dall'era dei combustibili fossili alla
civiltà post-petrolifera a ridotte emissioni di gas serra.
Alcune comunità ed iniziative pionieristiche di Transizione sono già attive
anche nel nostro paese grazie all'impegno di Transition Italia , il nodo
italiano del network internazionale del movimento della transizione. La
prima città di Transizione è stata Monteveglio  in provincia di Bologna dove
il coinvolgimento della comunità a tutti i livelli è così forte che
recentemente il consiglio comunale ha ufficialmente deliberato "la
fuoriuscita dal petrolio e dai combustibili fossili come politica
prioritaria di questa amministrazione".
Qualcuno si interrogherà con quale magica alchimia i "ragazzi" di Transition
Italia siano riusciti a convincere un'amministrazione locale a pronunciarsi
su un tema tanto importante quanto frequentemente sottaciuto quale quello
della dipendenza dal petrolio?
Questa è la domanda alla quale il "Manuale Pratico della Transizione " può
dare una risposta.
Nel testo viene descritto come avviare, passo dopo passo, la transizione
all'interno della vostra comunità, stimolandola a progettare ed a realizzare
concretamente un modello alternativo nella produzione dei beni primari, nei
consumi e negli stili di vita.
Grazie anche al resoconto delle esperienze già realizzate od in atto in
varie parti del mondo, avrete modo di leggere come è possibile trasformare,
con un approccio dal basso, ma scientifico e pragmatico, quelli che sembrano
un problemi insormontabili, in una grande opportunità per liberare
quest'epoca dalla schiavitù tossica e pericolosa delle fonti energetiche non
rinnovabili.
Incontrerete nella lettura parole curiose, rare od inconsuete come
resilienza,relocalizzazione, permacultura, open space tecnology. Ne
comprenderete appieno l'importante significato a tutto tondo e come siano
collegate alla sovranità alimentare, alle monete complementari ed ai
processi partecipativi dal basso nella gestione dei beni comuni e del
proprio futuro.
Imparerete come i principi della permacultura nella loro implementazione,
non solo in campo agricolo, permettono di avere rendimenti eccezionali con
un lavoro ridotto ed uno scarso impiego di energia e risorse.
Scoprirete che la relocalizzazione è la via per rendere più autosufficiente
e maggiormente vivibile la propria città tutelando la prosperità della sua
economia reale grazie alla ritrovata indipendenza dalla volatilità del
mercato globale, all'acquisizione di nuove competenze adatte alle esigenze
di scenari energetici in veloce cambiamento ed alla contemporanea riscoperta
delle utili tradizioni dimenticate della vostra comunità.
La transizione è un fenomeno contagioso: dopo la lettura di questo libro, ed
avendone esplorato i suoi mille aspetti, è quindi difficile che non ne
verrete coinvolti in prima persona diventandone anche voi partecipi e
promotori appassionati. 


domenica 23 settembre 2012

UN PAPIRO CONFERMA : GESU' ERA SPOSATO


La notizia è di quelle bomba e potrebbero realmente rivoluzionare il modo di intendere la religione cattolica, tanto da far crollare letteralmente alcuni muri ideologici del Vaticano. Nel corso di un convegno tenutosi a Roma, una storica della Cristianità antica alla Harvard Divinity School, ha presentato un frammento di papiro in copto risalente al quarto secolo d. C. che conterrebbe una frase mai esistita nelle Sacre Scritture: “Gesù disse loro: Mia moglie….”. Si tratta di otto righe riportate da un frammento grande quanto un bigliettino da visita, leggibile solo grazie ad una lente di ingrandimento. “Lei sarà in grado di essere mia discepola”, si legge ancora nel testo, stando a quanto riportato dal New York Times.


Romanzi come il “Codice da Vinci” o il “Vangelo di Maria Maddalena”, veri e propri best seller dell’ultimo decennio, potrebbero finalmente trovare riscontri storici nelle loro tesi (entrambi facevano riferimento ad un rapporto tra Gesù e Maria Maddalena). A dare l’annuncio della scoperta è stata Karen King. King. Al momento in cui scriviamo la provenienza del papiro resta un mistero, così come non si conosce il proprietario che lo ha gentilmente agevolato all’università americana. Analizzato sin qui da alcuni papirologi e linguisti, pare che il frammento sia autentico, ma nei prossimi giorni verrà sottoposto ad ulteriori indagini da parte degli esperti.
Intervistata dal New York Times e da altri giornali americani, la King ha sottolineato che il frammento non è la prova che il Gesù storico fosse effettivamente sposato, ma che è alquanto singolare che un testo di quattro secoli dopo la morte di Cristo confermi antiche tradizioni secondo cui Gesù era stato sposato.“Ce n’era una già nel secondo secolo legata al dibattito se i cristiani dovessero sposarsi e avere rapporti sessuali”, conclude la studiosa di Harvard.






A newly-uncovered ancient papyrus shows that some early Christians believed that Jesus was married, a Harvard professor told the 10th International Congress of Coptic Studies.

Christian tradition has long held that Jesus was unmarried even though there was no reliable historical evidence to support that, Ms King said. The new gospel, she said, "tells us that the whole question only came up as part of vociferous debates about sexuality and marriage."
"From the very beginning, Christians disagreed about whether it was better not to marry," she said, "but it was over a century after Jesus's death before they began appealing to Jesus's marital status to support their positions."
Ms King presented the document at a six-day conference being held at Rome's La Sapienza University and at the Augustinianum institute of the Pontifical Lateran University.
While the Vatican newspaper and Vatican Radio frequently cover such academic conferences, there was no mention of Ms King's discovery in any Vatican media on Tuesday. That said, her paper was one of nearly 60 delivered on Tuesday at the vast conference, which drew 300 academics from around the globe.
The fragment belongs to an anonymous private collector who contacted Ms King to help translate and analyse it. Nothing is known about the circumstances of its discovery, but it had to have come from Egypt, where the dry climate allows ancient writings to survive and because it was written in a script used in ancient times there, Ms King said.
The unclear origins of the document should encourage people to be cautious, said Bible scholar Ben Witherington III, a professor and author who teaches at Asbury Theological Seminary in Wilmore, Kentucky. He said the document follows the pattern of Gnostic texts of the second, third and fourth centuries, using "the language of intimacy to talk about spiritual relationships."
"What we hear from the Gnostic is this practice called the sister-wife texts, where they carried around a female believer with them who cooks for them and cleans for them and does the usual domestic chores, but they have no sexual relationship whatsoever" during the strong monastic periods of the third and fourth centuries, Mr Witherington said. "In other words, this is no confirmation of the Da Vinci Code or even of the idea that the Gnostics thought Jesus was married in the normal sense of the word."
These kinds of doubts, Ms King said, should not stop scholars from continuing to examine the document.
Those who conducted initial examination of the fragment include Roger Bagnall, a papyrologist who's the director of the New York-based Institute for the Study of the Ancient World, and Annemarie Luijendijk, a scholar of the New Testament and early Christianity from Princeton University. They said their study of the papyrus, the handwriting and how the ink was chemically absorbed shows it is highly probable it's an ancient text, Ms King said.
Another scholar, Ariel Shisha-Halevy, professor of linguistics at Hebrew University and a leading expert on Coptic language, reviewed the text's language and concluded it offered no evidence of forgery.
Ms King and Ms Luijendijk said they believe the fragment is part of a newly discovered gospel they named "Gospel of Jesus's Wife" for reference purposes. King said she dated the time it was written to the second half of the second century because it shows close connections to other newly discovered gospels written at that time, especially the Gospel of Thomas, the Gospel of Mary and the Gospel of Philip.
Source: agencies
Video courtesy: Havard Divinity School 


AUGIAS A PARMA - SEGRETI D' ITALIA

Doveva venire a Parma già tempo fa, ma il vescovo "non mi voleva sentire e pose il veto". Così Corrado Augias ha aspettato, e alla prima buona occasione - giovedì 20 settembre, anniversario della Presa di Roma nel 1870 e la spallata al potere temporale del Papa - torna nella città che gli aveva chiuso la porta in faccia. È la sua personale "Presa di Parma", 142 anni dopo che i bersaglieri sfondarono Porta Pia.


L'episodio lo racconta lo stesso giornalista, invitato in città dalla Consulta per la laicità delle istituzioni e la Sinistra studentesca universitaria. "Ero stato chiamato da un coraggioso parroco cittadino - dice rivolto all'Aula dei filosofi gremita - ma da monsignor Enrico Solmi è arrivato il veto. Riferite a Sua Eccellenza che ha sbagliato - redarguisce - deve aprire le porte anche a chi non la pensa come lui, deve ascoltare le voci dissenzienti e poi controbattere, obiettare, dire che abbiamo torto. Ma chiuderci la porta in faccia è scorretto da un punto di vista civile e religioso".


A nulla comunque è servito non expedit della diocesi parmigiana. Il non conviene che Augias venga in città non ha funzionato. Stato 1, Chiesa 0. La sua lezione su laicità e religione cattolica parte con un esempio a pennello. "È stato un comportamento non bello - insiste - ho ricevuto una lunga lettera di scuse da parte Don Scaccaglia. Spero che il vescovo venga informato".







sabato 1 settembre 2012

LA POPOLAZIONE PIU' LONGEVA DEL MONDO - 140 ANNI




Gli Hunza, la popolazione più longeva del mondo

di Andrea Conti

Con questo articolo completo la tematica iniziata tramite l’articolo
“Digiuno terapeutico, nutrimento per l’anima”.

Tempo fa iniziai una ricerca sul popolo più longevo al mondo e scoprii dati
molto interessanti.
E’ il popolo degli Hunza: questa popolazione non solo vive in media 130-140
anni ma non conosce neppure le nostre tanto temute patologie degenerative,
il cancro, malattie del sistema nervoso, ecc..
Vivono al confine nord del Pakistan all’ interno di una valle sulla catena
Himalayana e sono la popolazione in assoluto più longeva della terra.

La nostra èlite medica si vanta di tenere in vita i nostri anziani fino agli
80 anni e oltre. Ebbene, gli Hunza, senza ricorrere ai prodigi della nostra
scienza mendica, a cento anni sono vivi, incredibilmente attivi, lavorano
ancora nei campi e curano i loro figli con estrema vivacità e vitalità. Le
donne Hunza sono ancora prolifiche anche oltre i novant’anni. Chiaramente
per riuscire a concepire a tale età, il loro fisico è ancora piuttosto
giovanile e non ha nulla a che vedere con le nostre novantenni.
Gli strumenti indiscutibilmente più utili alla loro longevità paiono essere
il lungo digiuno a cui sono sottoposti ogni anno, l’alimentazione
vegetariana e l’acqua alcalina presente nelle loro terre.

Digiuno e prodotti vegetali
Gli Hunza vivono infatti dei frutti della natura e soffrono anche un lungo
periodo di carestia nei mesi invernali. Adottano forzatamente quello che i
naturopati definiscono “digiuno terapeutico”. L’altopiano su cui vivono, in
Pakistan, è un luogo in gran parte inospitale e non dà raccolto sufficiente
per alimentare i 10.000 abitanti Hunza per tutto l’anno.

Coltivano orzo frumento, miglio, grano saraceno e la verdura da orto:
pomodori, cavoli, spinaci, rape, piselli e avevano numerosi gli alberi di
noci e albicocche, ciliegie, more, pesche, pere e melograni. Fino a marzo
però, quando matura l’orzo, digiunano anche per settimane intere (fino a due
mesi in semi digiuno) per poter razionare i pochi viveri rimasti in attesa
del primo raccolto.
Il bello è che questa “bizzarra” consuetudine, che secondo vecchi concetti
di nutrizionismo porterebbe a debolezza, morte e distruzione, al contrario
nel corso degli anni ha prodotto nella popolazione straordinarie capacità di
vigore.
Un Hunza può andare camminare tranquillamente per 200 km a passo spedito
senza mai fermarsi.
Le forti doti di resistenza sono conosciute in tutto l’oriente, tanto che
nelle spedizioni Himalayane, sono assoldati come portatori.

Il digiuno nel mondo animale

Anche in molti animali il digiuno è una cosa normale per la sopravvivenza,
nei periodi di carenza di prede. In autunno gli stambecchi, camosci e cervi
mangiano molto di più per accumulare grasso per l’ inverno, che a causa
dell’ altitudine dove vivono, non permette l’ approvvigionamento di cibo
sufficiente. Il bello che i violenti scontri che i cervi hanno tra di loro
per l’ accoppiamento e la successiva fecondazione avvengono proprio in pieno
inverno, quindi praticamente a digiuno, che non compromette, anzi enfatizza
le loro energie. Gli uccelli migratori mangiano a fine estate più del
fabbisogno e quando partono verso i luoghi più caldi sono talmente grassi da
pesare il doppio del normale. Ma durante la migrazione, che può arrivare
anche a 5000 km, non si fermano mai e a fine corsa il loro perso ritorna
normale. I lupi cacciano per giorni, ma poi possono restare per settimane
senza mangiare e nello stesso tempo percorrono grandi distanze per
procacciare altro cibo, vivendo con il solo grasso corporeo come del resto
quasi tutti i predatori. Anche i pesci digiunano, come per esempio il
salmone, che nella sua famosa risalita del fiume non ingerisce nulla,
nemmeno nel successivo periodo della posa delle uova. In sostanza il digiuno
è una condizione che non è quindi nata da 10.000 anni, ma da milioni di anni
della storia stessa dell’uomo/animali ed è per questo che apporta molti
benefici.

Acqua alcalina

L’ultimo elemento fondamentale per la forza, e la longevità di questo popolo
fu la composizione dell’ acqua. Dopo diversi studi emerse che l’acqua degli
Hunza possedeva elevato pH (acqua alcalina), con notevole potere
antiossidante ed elevato contenuto di minerali colloidali. Effettivamente
come sperimentatore e ricercatore indipendente devo dire che digiunare con
acqua alcalina è molto più semplice che digiunare con acqua di rubinetto o
imbottigliata. L’acidosi metabolica innescata dal digiuno prolungato viene
infatti compensata e il ph rimane più stabile. Per quanto riguarda
l’alimentazione ho già spiegato che l’unico frutto a mantenere il ph umano
stabile è la mela rossa; nel digiuno invece ci si può aiutare bevendo acqua
alcalina, acqua con argilla verde ventilata, o facendo lavaggi
interni/esterni con acqua e sale integrale.

Oggi il territorio degli Hunza è stato intaccato dalla società “evoluta” e
anche lì sono arrivati cibi spazzatura, farina 0 impoverita, zucchero
bianco, sale sbiancato chimicamente, ecc… e con loro le prime carie, le
prime problematiche cardiovascolari, i primi problemi reumatici che
l’Occidente evoluto conosce bene. In pochi sono riusciti a scampare da
questo inquinamento “evolutivo” evitando ogni forma di contagio con usanze e
abitudini percepite ad istinto come innaturali e dannose.

Conclusioni

Ragioniamo con calma e chiediamoci se hanno senso le classiche chiacchiere
da bar che sentiamo comunemente:
“Aveva 80 anni, per lo meno ha vissuto a lungo e ora ha smesso di soffrire”…
“Ormai ho 35 anni, mi devo sbrigare se voglio avere un bambino”…
“Ho superato i 40 anni, devo stare attento a non esagerare con l’attività
fisica”…
“Ho 30 anni, ho le ginocchia a pezzi, dovrò smettere di giocare a pallone”,
ecc…
“Signora, a 60 anni è normale pensare ad una dentiera” ……….

Esiste veramente un orologio biologico incontrovertibile nell’uomo o sono
gli stili di vita errati ad accelerare il corso delle lancette?
Hanno senso le ansie di alcune donne che toccati i 30 anni iniziano già a
temere di non riuscire ad avere figli “in tempo”?
E’ veramente fisiologico avere ad una certa età menopausa, andropausa,
osteoporosi, artrosi, demenza senile …. ?
E’ normale lo scatenarsi di così tante patologie senili,
cronico-degenerative, o al sistema nervoso?
Ciò che è normale in una società malata potrebbe essere contro natura o
senza senso per un popolo consapevole.

Andrea Conti
Dottore in Fisioterapia
Università degli Studi di Roma

Fonte: Gli Hunza, la popolazione più longeva al mondo | Collettivo Exit
http://www.magozine.it/gli-huntza-la-popolazione-piu-longeva-al-mondo#ixzz24
ei0JSLA

Visto su http://www.stampalibera.com/?p=51153

tratto da http://contiandrea.wordpress.com/


VEDI QUI INFO DETTAGLIATE SUL DIGIUNO NELLA PRATICA DEL TANTRA YOGA


lunedì 27 agosto 2012

PET THERAPY - DELFINI, CANI, CAVALLI,GATTI ...I NOSTRI MIGLIORI AMICI

UN BELLISSIMO VIDEO.....  COMINCIAMO BENE !!!


 

NON MANGIAMO I CAVALLI!!!! APPELLO PRESIDENTE ENPA

DECEDUTO IL PIU' GRANDE STUDIOSO DI YOGA - GEORG FEURSTEIN


Georg Feuerstein (1947-2012) 



 Dr. Georg Feuerstein, one of the world's most prolific writers on yoga and tantra has passed away. He was originally of the opinion that Shrii Shrii Anandamurtiji was a criminal, but his views changed over the years, and he finally wrote a wonderful entry about Anandamurtiji and His work in his latest book Encyclopedia of Yoga and Tantra.


 
Feuerstein was a German-Canadian Indologist specializing on Yoga. He authored over 30 books on mysticism, Yoga, Tantra, and Hinduism. He translated, among other traditional texts, the Yoga Sutras of Patanjali and the Bhagavad Gita.
Feuerstein was born in Germany. He moved to England to do his postgraduate research at Durham University and subsequently lived for 23 years in the United States. He then became a resident of Canada and lived in Saskatchewan, where he passed away 25 August 2012.
 

Ken Wilber has called him both "probably Gebser's foremost American interpreter"[2] as well as "...a scholar-practitioner of the first magnitude, an extremely important and valuable voice for the perennial philosophy, and arguably the foremost authority on Yoga today."
Historian of religions Mircea Eliade called Feuerstein's 'The Philosophy of Classical Yoga', "one of the most profound and original contributions to the understanding of classical yoga.
 

Bibliography
Buddhism: An Outline of Its Teachings and Schools with Hans Wolfgang Schumann, (Georg Feuerstein, Translator) Quest Books (1987)ISBN 0-8356-0452-7
The Deeper Dimension of Yoga, Shambhala (2003), ISBN 1-57062-935-8
Encyclopedic Dictionary of Yoga , Paragon House (July 1990), ISBN 1-55778-245-8
Enlightened Sexuality: Essays on Body-Positive Spirituality (Editor)
Essence of Yoga: A Contribution to the Psychohistory of Indian Civilization (Coauthored with Jeanine Miller)
Green Yoga (Coauthored with Brenda Feuerstein), Traditional Yoga Studies (2007), ISBN 978-0-9782138-2-4
Holy Madness: The Shock Tactics and Radical Teachings of Crazy-Wise Adepts, Holy Fools, and Rascal Gurus, Paragon House, 1991,ISBN 1-55778-250-4; Hohm Press; Rev & Expand edition Holy Madness: Spirituality, Crazy-Wise Teachers, And Enlightenment, (June 15, 2006) ISBN 1-890772-54-2
Humor Suddenly Returns: Essays on the Spiritual Teaching of Master Da Free John: A Scholarly Tribute (Editor)
In Search of the Cradle of Civilization: New Light on Ancient India (Coauthored with Subhash Kak and David Frawley)
Introduction to the Bhagavad-Gîtâ: Its philosophy and cultural setting
Jean Gebser: What Color Is Your Consciousness
Living Yoga: A Comprehensive Guide for Daily Life (Coedited with Stephan Bodian)
The Lost Teachings of Yoga (Audio CD) (2003) ISBN 1-59179-009-3
Lucid Waking: Mindfulness and the Spiritual Potential of Humanity
The Mystery of Light: Life and Teaching of Omraam Mikhael Aivanhov
Philosophy of Classical Yoga
A Reappraisal of Yoga: Essays in Indian philosophy
Sacred Sexuality: The Erotic Spirit in the World’s Great Religions
Science of Reality (Editor)
Shambhala Encyclopedia of Yoga
Shambhala Guide to Yoga
Structures of Consciousness: The Genius of Jean Gebser: An Introduction and Critique
Tantra: The Path of Ecstasy, Shambhala (1998), ISBN 1-57062-304-X
Teachings of Yoga
Textbook of Yoga
Voices on the Threshold of Tomorrow: 145 Views of the New Millennium (Coedited with Trisha Lamb Feuerstein)
Wholeness or Transcendence?
Yoga
Yoga and beyond: Essays in Indian philosophy
Yoga for Dummies
Yoga Gems: A Treasury of Practical and Spiritual Wisdom from Ancient and Modern Masters (Editor)
The Yoga Tradition: Its History, Literature, Philosophy and Practice, with a foreword by Ken Wilber, Hohm Press (2001) ISBN 1-890772-18-6
The Yoga-Sûtra of Patanjali: A New Translation and Commentary, Inner Traditions International; Rochester, Vermont, 1989
Yoga Wisdom: Teachings on Happiness, Peace, and Freedom
Encyclopedia of Yoga and Tantra . 2012


mercoledì 22 agosto 2012

BICARBONATO SALVAVITA








Una buona notizia per tutti noi e una cattiva notizia per la case farmaceutiche. Il Dr. Mark Pagel della University of Arizona Cancer Center, riceverà 2 milioni di dollari dal National Institutes of Health per studiare l'efficacia della terapia personalizzata con bicarbonato di sodio per il trattamento del cancro al seno. Ecco il comunicato sul quale è scritto :"Il fondo da 2 milioni di dollari se
rvirà a migliorare la misurazione sull'efficacia del bere bicarbonato di sodio nel curare il cancro al seno. E' stato provato che bere bicarbonato di sodio riduce o elimina il diffondersi del cancro nel seno, nei polmoni, cervello ed ossa." La notizia non è priva di fondamento scientifico, anzi, è provata in questo documento della NCBI (National Center of Biotechnology Information): http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19276390
In sostanza, il bicarbonato agirebbe sul grado di acidità del nostro sangue. Il pH del nostro sangue e dei nostri fluidi corporei, non rappresenta altro che il nostro stato di salute e il bicarbonato agirebbe come vero e proprio regolatore del pH influendo direttamente sul livello acido-alcalino alla base della salute umana.Una ricerca pubblicata nel Marzo 2009 dalla US National Library of Medicine dimostrò che su alcuni topi da laboratorio il bicarbonato era in grado di rallentare la diffusione delle metastasi:http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19276390
Il Dr. Pagel i suoi colleghi utilizzeranno una speciale risonanza magnetica per misurare il pH di un particolare tumore e verificare l'efficacia del bicarbonato sulla massa in oggetto. Infatti con questa nuova macchina, il team dell'Università dell'Arizona potrà studiare i pazienti prima e dopo la somministrazione del bicarbonato per tentare di sviluppare un approccio personalizzato per ogni paziente. Ovviamente un grado di pH del nostro corpo intorno ai valori 7,35-7,45 garantisce un giusto equilibrio fisico rendendoci più resistenti alle malattie. Questo significa che possiamo praticare la cosiddetta "cura del pH" avendo uno stile di vita sano ed alimentandoci nel modo giusto. Sicuramente, invece, per avere risultati nell'ambito delle cure per il cancro dovremo aspettare che le sperimentazioni siano portate a termine, cosa che procede a rilento a causa della mancanza di fondi soprattutto da parte delle case farmaceutiche.http://it.ibtimes.com/articles/29464/20120513/cancro-cura-bicarbonato-di-sodio.htm che vedono gravemente MINACCIATI I LORO INTERESSI ECONOMICI.






 
Essere vegetariani
significa tenere sotto controllo ogni problema. Buona norma, al giorno
d'oggi, è integrare una sana alimentazione, con prodotti naturali come le
alghe, verdi o brune, a seconda dei casi.

Esse contengono oltre a tutto anche la Niacina che scioglie i grassi dai
tessuti; inoltre le alghe aiutano l'eliminazione delle scorie in quanto
equilibrano la flora intestinale, disinfiammano la mucosa gastro intestinale
ed aiutano la normalizzazione dell'equilibrio acido/basico. È anche
consigliabile utilizzare i seguenti prodotti: germe di grano, polline di
fiori, propoli, miele, lievito di birra, yogurt naturale, acidulato (aceto)
di mele, argilla per via orale, limone spremuto in acqua.

Sono anche assai validi: estratto di ortica, fieno greco grattugiato e
mescolato ad un po' di miele. In certi casi può anche essere benefica 1
punta di cucchiaino da the, di Cloruro di Magnesio sciolto in mezzo
bicchiere di acqua da bere al mattino a digiuno. Questo sale è contenuto in
notevole quantità nel sale marino integrale, è un ottimo rinforzante del
sistema immunitario e tonico del sistema nervoso e muscolare. È adatto in
tutte le malattie cosiddette infettive in quanto aumenta notevolmente la
potenza fagocitaria dei globuli bianchi. I Vegetali Frondosi (1) Fra le
scoperte più importanti, emerse dalle ricerche con il Neuro-Micrometro, si
pone la conoscenza dei grandi benefici ottenibili dalle fronde dei vegetali.
Mentre è da sempre conosciuto che questi sono “cibi protettivi”, non si è
mai considerato il loro apporto all'energia vitale dell'organismo. Tali
vegetali, oltre a possedere un altissimo livello di energia, sono gli unici
alimenti in grado di bilanciare in modo soddisfacente i pasti a base di
proteine, facendo in modo che il corpo possa assimilare le medesime senza
dover attingere alle energie di riserva.

Le misurazioni fatte, hanno mostrato come le foglie dei vegetali abbiano un
valore energetico maggiore di quello dello stelo e delle radici. Ciò è
dovuto al fatto che le fronde sono più interessate dai raggi del sole.
Siccome la cottura riduce la vitalità dei vegetali il Dr. Wilson consiglia
di assumere almeno due vegetali crudi insieme ad uno cotto. La barbabietola
rossa, sedano, senape, kale, lattuga, indivia, rapa, carota ed erba medica
offrono le foglie più cariche di energia.
Fonte: disinformazione.it 

martedì 14 agosto 2012

SAREMO SOMMERSI...SIAMO AL PUNTO DI NON RITORNO !!

La Nasa ha pubblicato una nuova immagine  che mostra le rilevazioni satellitari sullo scioglimento dei ghiacci in Groenlandia nella prima metà di luglio, definendo il risultato «senza precedenti». Per alcuni giorni lo strato di ghiaccio che ricopre la grande isola si è sciolto a ritmi mai osservati negli ultimi trent’anni di dati raccolti con i satelliti. Quasi tutta la copertura di ghiaccio della Groenlandia, dalle costiere dove il ghiaccio è più sottile fino alle aree centrali, dove il ghiaccio è spesso oltre due chilometri, è stato interessato dallo scioglimento. Le misurazioni sono state effettuate da tre satelliti indipendenti e analizzate dagli scienziati della Nasa e da diverse università.





FUSIONE - In media in estate, circa la metà della superficie della calotta glaciale della Groenlandia dà segni di scioglimento, un fenomeno naturale. Ad altitudini elevate, la maggior parte dell’acqua di fusione si ricongela rapidamente sul posto. Vicino alla costa, una parte di acqua di fusione è trattenuta dalla coltre di ghiaccio e il resto si perde verso l’oceano. Ma quest’anno il grado di fusione del ghiaccio in corrispondenza o in prossimità della superficie è aumentato drammaticamente. I dati satellitari denunciano che le piattaforme di ghiaccio della Groenlandia si stanno pericolosamente assottigliando. I ricercatori non hanno ancora stabilito se questo ampio evento di fusione avrà un effetto sul volume complessivo della perdita di ghiaccio di questa estate e se contribuirà all’innalzamento del livello del mare.
IN FOTO - L’immagine pubblicata sul sito della Nasa mostra l’estensione del fenomeno tra l’8 e il 12 luglio scorsi. Le zone rosse indicano le aree in cui si è sicuramente verificato lo scioglimento dei ghiacci, mentre quelle rosso chiaro le aree dove è probabile che il ghiaccio si sia sciolto. Il fenomeno è stato repentino: l’8 luglio solamente il 40 per cento della superficie risultava interessata dal disgelo, quattro giorni dopo era il 97 per cento.
ARIA CALDA - Questo evento ha coinciso con un picco di insolita aria calda o una cappa di calore sulla Groenlandia che ha dominato il clima della Groenlandia a partire dalla fine di maggio. Secondo la glaciologa Lora Koenig, del centro Goddard della Nasa, «eventi di fusione di questo tipo si verificano circa una volta ogni 150 anni in media. L'ultimo evento è avvenuto nel 1889», osserva. «Ma se continuiamo ad osservare gli eventi di fusione come questo nei prossimi anni - aggiunge - la situazione sarà preoccupante».
GHIACCIAIO A RISCHIO - Qualche giorno fa, dal ghiacciaio Petermann, uno dei due che collegano la calotta interna alle coste, si era staccata una massa con una superficie di circa 120 chilometri quadrati, pari a circa la metà dell'iceberg che si staccò dallo stesso ghiacciaio due anni fa.

Abbiamo parlato spesso di innalzamento del livello dei mari, e con esso anche della possibilità che diverse città possano rischiare di rimanere sotto il livello dell’acqua. Certo, si tratta di scenari apocalittici, ma forse non troppo lontani dalla realtà. Dopotutto accade anche oggi che alcune città, come Venezia, quando c’è l’acqua alta si ritrovino sotto anche di mezzo metro, obbligando la popolazione a spostarsi per le strade come si guada uno stagno. Ma se i ghiacci dovessero sciogliersi più di così dove si andrebbe a finire?
Da questa simpatica infografica (da qui si vede più grande) realizzata da Greenpeace si capisce bene. Attualmente il rischio più diretto lo corre soltanto Venezia, tra le città più note al mondo. Ma se il livello medio dei mari dovesse innalzarsi soltanto di pochi metri, anche metropoli come Los Angeles o Amsterdam rischierebbero grosso. Stando alle previsioni di moltissimi scienziati che ipotizzano uno scioglimento dei ghiacci che dovesse continuare ad un ritmo simile a quello attuale, entro la fine del secolo il livello degli oceani dovrebbe salire di circa un metro. E così di secolo in secolo. In questo caso entro il 2300 le città che rischiano seriamente di finire sotto l’acqua sono Amburgo, Sanpietroburgo, San Francisco e la parte bassa di Manhattan; entro il 2400 quella meridionale di Londra, ma anche Shanghai, Edinburgo e New Orleans, e nei casi peggiori l’intera New York City, Londra e Taiwan.
Questo scenario è previsto come il più probabile. Ma se dovesse andare anche peggio? Secondo molte misurazioni infatti si è attivato un circolo vizioso secondo il quale più aumenta la temperatura e più si sciolgono i ghiacci che riflettono meno la luce solare, permettono un maggiore assorbimento che incrementa ancor di più la temperatura ed aumenta lo scioglimento dei ghiacciai. In questo caso i primi a farne le spese sarebbero i ghiacciai Occidentali dell’Artico e quelli della Groenlandia che, entro un migliaio di anni, potrebbero far sparire la maggior parte delle città costiere. Infine lo scenario sarebbe davvero apocalittico, con quasi tutto il mondo sommerso e con tutti i ghiacciai discioltil’Europa sparirebbe, con lei la maggior parte dell’America del Nord e parte del Sudamerica, mentre isole e zone costiere sarebbero soltanto un ricordo.
[Fonte e foto: Greenpeace International]

Conseguenze dello scioglimento dei ghiacci

L'innalzamento della temperatura determinerà cambiamenti climatici che a
loro volta si rifletteranno sull'intera popolazione mondiale.


Se non saranno presi drastici e immediati provvedimenti coordinati a livello
mondiale lo scioglimento dei ghiacciai farà aumentare il livello dei mari di
5 mm ogni anno, con effetti a catena: fiumi in piena, aumento di inondazioni
e precipitazioni, riduzione della disponibilità di acqua dolce, centri
urbani assediati dall'afa, montagne senza neve, epidemie di colera e
malaria.

Questo è un probabile bollettino con le conseguenze dello scioglimento dei
ghiacci nelle diverse regioni del pianeta:
I Poli.
Nelle regioni polari l'impatto sarà più rapido e profondo. Geografia e
caratteristiche della Penisola dell'Antartico, dell'Oceano del Sud e
dell'Artico cambieranno.

L'Europa.
Le regioni mediterranee saranno le più vulnerabili.
Nell'Europa del Sud l'estate si allungherà e l'acqua dolce disponibile
diminuirà. Aumenteranno le differenze climatiche e ambientali fra le regioni
del Nord e del Sud, vulnerabili alla siccità. Metà dei ghiacciai alpini
scompariranno. Aumenterà il livello dei fiumi in gran parte dell'Europa e il
rischio di inondazioni sulle aree costiere, con pesanti conseguenze per il
turismo, l'industria e l'agricoltura. In Italia, il mare ingoierà le zone
costiere formate da lagune e da foci dei fiumi. La produttività media
diminuirà nell'Europa del Sud e dell'Est, mentre il Nord potrà contare su
temperature più miti, che favoriranno le colture agricole.


I Tropici.
Ad essere colpite saranno soprattutto le regioni tropicali e sub-tropicali.
Esse accuseranno diminuzione dei raccolti agricoli e della quantità di acqua
disponibile, aumento dell'esposizione a malattie come malaria e colera,
incremento delle morti causate dal caldo.
Gli eventi meteorologici estremi, una volta concentrati nell'area caraibica,
si estenderanno in altre regioni del mondo: le alluvioni del Piemonte ne
sono una conferma.


I timori per la salute.
L'aumento delle ondate di caldo, spesso accompagnato da maggiore umidità e
inquinamento, si farà sentire di più nei grandi centri urbani. I più esposti
a malori per il caldo e malattie generate dalle alte temperature saranno gli
anziani e le persone più deboli. Le inondazioni aumenteranno i rischi di
annegamenti, diarree e infezioni respiratorie. Nel Terzo Mondo porteranno a
carestie e malnutrizione.


Gli effetti positivi.
Alle medie latitudini una temperatura più mite favorirà l'agricoltura;
diminuiranno le morti per freddo e così anche i costi economici per il
riscaldamento invernale. L'aumento delle precipitazioni favorirà alcune
regioni che soffrono di siccità (come l'Estremo Oriente) e lo sviluppo delle
foreste.

http://www.lifegate.it/ambiente/articolo.php?id_articolo=86 

Innalzamento dei mari può essere rallentato, non fermato

Il dado è tratto, ed ormai ne dobbiamo pagare le conseguenze. Come hanno dimostrato un gruppo di scienziati che ha pubblicato un recente articolo su Nature, l’innalzamento del livello dei mari non può essere più fermato. Il fenomeno secondo il quale nei prossimi decenni il livello degli oceani salirà sempre più alto ha superato il punto di non ritorno e al massimo può essere rallentato, ma non si potrà più riuscire a fermarlo.
Attualmente si calcola che circa una persona su 10 viva in un luogo al di sotto del livello del mare o allo stesso livello. Zone pianeggianti che potrebbero risentire dell’innalzamento di qualche centimetro o di pochi metri a livello catastrofico. Gerald A. Meehl e i colleghi degli istituti di ricerca di Melbourne e Princeton hanno calcolato che nella migliore delle ipotesi, cioè quella di una drastica riduzione nell’utilizzo dei combustibili fossili e delle emissioni di gas serra, la temperatura globale potrebbe oscillare tra i 2 ed i 3 gradi sopra il livello precedente alla Rivoluzione Industriale. Questo porterebbe ad un processo di riscaldamento degli oceani e scioglimento dei ghiacciai che renderebbero evidente l’innalzamento del livello dei mari soltanto tra alcuni secoli.
Il discorso infatti non gira più intorno al “se” ma al “quando”. L’innalzamento è inevitabile, resta da capire quando avverrà. Dunque gli effetti sulla normale vita di tutti i giorni li potranno vedere i nostri nipoti nello scenario peggiore, o i nostri bis-bis nipoti nel migliore. Secondo le loro previsioni l’aumento di temperatura al 2100 si dovrebbe attestare sui 4 gradi circa che per molti scienziati significano anche 3 metri di innalzamento dei mari.Uno scenario catastrofico che farebbe affondare diverse città costiere in tutto il mondo come New York o Venezia. Ma l’incremento potrebbe arrivare fino ad 8 gradi nel 2300, e a quel punto gli scenari sarebbero davvero incalcolabili.
[Fonte: Nature]

domenica 12 agosto 2012

ADDIO SEMENTI TRADIZIONALI - DIVIETO UE




Addio sapori antichi: L'UE mette al bando le sementi tradizionali

In una sentenza del 12 Luglio, la Corte di Giustizia dell' Unione Europea, ha confermato il divieto di commercializzare sementi di varietà tradizionali che non siano state iscritte nel catalogo ufficiale europeo. E' la sconfitta delle associazioni volontarie impegnate nella salvaguardia della varietà delle piante antiche, l'unica alternativa che avevamo a sementi industriali ed OGM.
Le sementi tradizionali sono il risultato di millenni di selezione derivati dall’esperienza agricola umana, un tesoro che si è conservato nei secoli protetto dagli agricoltori; queste sementi riassumono in sé la memoria storica e biologica dell’agricoltura e racchiudono un patrimonio genetico molto vasto che determina la biodiversità dei prodotti agricoli. Dal 1998 però è in vigore una direttiva comunitaria europea che riserva la commercializzazione e lo scambio di sementi alle ditte sementiere vietandolo agli agricoltori, in questo modo ciò che i contadini hanno fatto per millenni è diventato improvvisamente un reato. L’intero mercato mondiale delle sementi è oggi quasi totalmente gestito da sette aziende multinazionali che detengono i brevetti e che si occupano contemporaneamente (e paradossalmente) della produzione di sementi, veleni per l’agricoltura e OGM.
Come si è arrivato a questo? Considerando che l’iter per registrare un nuovo semente richiede circa 12-15 anni di lavoro e costare fino a 1 milione di euro, è semplice capire che parliamo di capitali di cui può disporre solo una grande azienda e non un piccolo agricoltore. Negli ultimi anni un progetto di recupero delle tradizioni culturali rurali, diverse associazioni di Seed Savers (salvatore di semi) si erano impegnate nella salvaguardia della varietà delle piante antiche, salvandole dall’estinzione e coltivandole in orti su piccola scala. Il pregio di queste varietà di semi deriva dall’elevato valore nutritivo dei prodotti che producono e dal loro facile adattamento all’agricoltura eco-compatibile.

La sentenza del 12 luglio della Corte di Giustizia europea, arriva in risposta ad una controversia tra due imprese francesi, l’associazione no-profit Kokopelli e un produttore di sementi Graines Baumaux sas. La Graines Baumaux sas aveva denunciato la Kokopelli accusandola di commercializzare sementi non iscritte nei cataloghi ufficiali; le sementi in questione sono di varietà arcaiche. Inizialmente la Corte di Giustizia aveva sentenziato che: “L’assenza di una semente dal catalogo non è indice del fatto che non sia “buona”, perché le norme che ne regolano l’iscrizione non riguardano alla futura la salubrità delle piante, ma a logiche commerciali.” nel caso specifico la commercializzazione di varietà arcaiche rientrava nella deroga prevista dalla direttiva 2009/145/CE, assolvendo di fatto la Kokopelli. Ma il 12 Luglio, a seguito del ricorso della gigante Graines Baumaux sas  la Corte ribalta il verdetto e sancisce :‘’l’obbligo d’ iscrizione ufficiale di una varietà vegetale per la sua commercializzazione, così come previsto dalle direttive sementiere, non viola i principi del libero esercizio di un’attività economica e della libera circolazione delle merci, e nemmeno interferisce con gli impegni presi per la tutela delle risorse fitogenetiche.’’ La''Graines Baumaux'' ha chiesto ai giudici francesi di imporre a Kokopelli di pagare 100 mila euro per danni e inoltre – esplicitamente –''la cessazione di tutte le attività dell’associazione'', pericolosa per il business. La Corte europea ha motivato e giustificato il suo verdetto a favore della Graines Baumaux sostenendo che il divieto del commercio delle sementi antiche e tradizionali ha l’obbiettivo di ottenere ‘’una accresciuta produttività agricola’’ come se l’Europa fosse affollata di popolazioni malnutrite, bisognose di aumentare le loro rese alimentari.
Si dimostra soddisfatta l’Assosementi (associazione italiana dell'industria sementaria); di fatto però, non si può che prendere atto che con questa sentenza si mettonofuorilegge tutte le associazioni di volontari impegnati nel recupero delle varietà antiche e tradizionali – alcune anche Italiane – che commettono il ‘’crimine’’ di preservare e distribuire a chi le chiede sementi fuori del catalogo ufficiale.

A dire il vero, la Corte di Giustizia ha preso la sua decisione contrariamente al suo Avvocato Generale che, nella memoria depositata il 19 maggio precedente, rilevava che ‘’la registrazione obbligatoria di tutte le sementi nel catalogo ufficiale era una misura sproporzionata e violava i principi della libertà di esercizio dell’attività economica, della non-discriminazione e della libera circolazione delle merci’’. Violandopraticamente uno dei tre dogmi del liberismo. La sconfitta Kokopelli, secondo questo principio si chiede: ‘’Perchè non esiste un registro ufficiale dei bulloni e delle viti? Forse perchè non c’è una Monsanto della minuteria metallica. Sottomettere le sementi ad una procedura del genere, che esiste ed è giustificata per i medicinali e i pesticidi, ha evidentemente il solo scopo di eliminare alla lunga le varietà di dominio pubblico, e quindi liberamente riproducibili, per lasciare in campo solo quelle brevettabili’’

http://www.net1news.org/addio-sapori-antichi-lue-mette-al-bando-sementi-tradizionali.html