venerdì 16 dicembre 2011

BIOMUSICA - GEO 13/ 11/ 2011



La biomusica è una metodologia diretta e pratica che serve ad equilibrare e a stimolare il corpo per evitare la somatizzazione dei conflitti emotivi. Secondo il suo ideatore, il professor Mario Corradini, docente di musicoterapia in Italia, Svizzera e Spagna, questo metodo si basa sulla relazione fra suoni, musica, malattia ed energia bioenergetica e viene usato con successo in gruppi aperti, ai quali aderiscono persone senza sintomatologie dichiarate, e anche in terapia, ad esempio nel recupero dei tossicodipendenti.
Rilassamento, equilibrio e stimolazione sono i tre effetti immediati della musica. Mediante l'ascolto musicale, la produzione di suoni indirizzati, i giochi, gli esercizi di respirazione, le narrazioni e le fantasie guidate è possibile intervenire sul funzionamento del sistema bioenergetico, prevenendo la somatizzazione dei conflitti emotivi o contribuendo alla loro guarigione.

Il sistema bioenergetico

Il sistema bioenergetico è costituito da centri, intendendo per tali quei sistemi neuro-endocrini che regolano le attività della persona. Questi sono punti di controllo delle funzioni vitali, si localizzano in zone specifiche del corpo umano e sono alimentati da energia nervosa che circola fra essi. L'energia è l'alimento dei centri, il combustibile con il quale funzionano. Questa energia deve mantenersi ad un livello costante, poiché se aumenta l'attività di un centro, alzando per questo il consumo energetico si sovraccarica tutto il circuito, mentre se diminuisce la quantità di forza disponibile il centro si può bloccare, fermando così la circolazione della corrente e producendo alterazioni in tutto il sistema.

I blocchi energetici

Secondo la biomusica, la maggior parte delle patologie trova origine nei conflitti emozionali sofferti dalla persona. I disturbi di origine emotiva vanno ad interferire con il nostro sistema bioenergetico, costituito da centri neuro-endocrini che regolano tutte le nostre attività. Se l'energia che li alimenta non si mantiene a un livello costante in tutti i centri, si verifica un blocco che causa disequilibrio, disfunzioni o addirittura malattie. I blocchi di energia si localizzano in determinate zone del corpo, con ghiandole, organi e viscere corrispondenti:


ghiandola ipofisi, epifisi, cervello;
laringe, tiroide e paratiroide;
cuore e timo;
polmoni, bronchi, pleura;
fegato, stomaco, pancreas, intestini;
reni, prostata, utero;
genitali.

Molte malattie, organiche o mentali, hanno origine nella sfera emotiva ed emozionale: in ognuno di noi si possono osservare rigidità mentali, emozioni represse e/o pregiudizi sul proprio corpo, paure, tutti elementi che determinano una certa divisione interiore e che comportano un fare - pensare - agire spesso contraddittorio. La biomusica parte dalla constatazione che l'uomo somatizza costantemente le sue emozioni positive e negative, gli organi colgono queste vibrazioni che influiscono sul loro funzionamento. Attraverso il suono e la musica si può agire su due aspetti fondamentali della persona, emozionale e fisiologico, per arrivare all'identificazione dei conflitti che condizionano i comportamenti delle persone e per capire il funzionamento di quei meccanismi interiori che portano sofferenza.

Che succede a livello energetico?


I conflitti emotivi, strutturandosi come blocchi, creano ostacoli al passaggio della energia nel corpo, si somatizzano e compare la malattia. I blocchi hanno una particolare forza di coesione, alla quale corrisponde una frequenza, cioè una nota chiave: inviando suoni con frequenza simile a quella di coesione si può alterare la forza che li mantiene uniti. A tal fine si usa il suono, canalizzando le vibrazioni verso i posti in cui i blocchi si trovano. Il suono, infatti, può entrare in risonanza con questa frequenza, rompere il blocco e reintegrare l'energia nel circuito bioenergetico, evitando così la somatizzazione. Da qui il carattere preventivo della biomusica: nel caso in cui la malattia sia già conclamata, questa terapia può aiutare a fermarne l'evoluzione o persino a produrre un'involuzione, grazie al principio di risonanza fra suono e corpo.
Tuttavia, anche se la musica indirizzata può dissolvere e/o rimuovere i blocchi ed indurli a restituire all'organismo quella energia che avevano immagazzinato, la guarigione completa avviene solo quando si risolve il conflitto emotivo che ha originato la patologia. I conflitti emotivi possono essere superati nel momento in cui la persona riesce ad individuare l'origine del suo male.
In questo caso è necessario, però, fare un lavoro profondo su se stessi ed attivare un cambiamento, altrimenti, primo o poi, ricomparirà la malattia. La musicoterapia può essere un valido aiuto, soprattutto se coadiuvata da altre tecniche che possono aiutare il soggetto ad operare sui conflitti, per risolverli e per riassorbire l'energia che hanno imprigionato.

Perché la musica?

Il corpo è come uno strumento musicale che richiede una costante accordatura. Attraverso particolari combinazioni sonore si può agire per risonanza


sulle zone corporee che risuonano per simpatia; il beneficio è dovuto al massaggio vibratorio che il suono apporta alle diverse parti del corpo, in accordo alla capacità di risonanza di esse. E' la frequenza dello stimolo sonoro, più che la sua provenienza, quello che induce la stimolazione dei meccanismi nervosi-ormonali, ossia risposte fisiche a quegli stessi implusi;
sul sistema bioenergetico, influenzando e modificando il funzionamento;
sulle ghiandole, stimolandone la produzione ormonale;
sulle onde cerebrali; le onde cerebrali indicano i livelli di coscienza in cui si trova l'individuo: veglia, rilassamento, sonno leggero, sonno profondo. Il suono può modificare l'attività cerebrale inducendo il cervello a raggiungere la frequenza desiderata in accordo alla frequenza che si applica. Il sistema bioenergetico della persona varia secondo lo stato di coscienza: portando la frequenza delle onde cerebrali verso quelle che denotano uno stato di rilassamento, l'energia nella persona circola con più equilibrio, diminuiscono la frequenza cardiaca, la respirazione e la pressione sanguigna e predominano le onde cerebrali più lente. Quando la persona è rilassata, ma attenta, i nodi di conflitto possono essere individuati meglio, il soggetto non si identifica troppo emotivamente con essi e l'energia, che in questo stato fluisce in modo equilibrato, aiuta a limitare i blocchi, predisponendo così alla risoluzione degli stessi.

Movendo da queste considerazioni, la musica viene integrata ad altre discipline complementari, per ristabilire l'equilibrio psicofisico della persona. Durante le sedute si coinvolge e si attiva globalmente il soggetto attraverso il movimento del corpo, che la musica facilmente stimola, le associazioni mentali, le immaginazioni guidate e il risveglio emozionale. Nel gruppo si tenta di far uscire l'individuo dal suo isolamento, vincendo le sue resistenze, per farlo relazionare con gli altri.

La Biomusica applicata alla tossicodipendenza

Nelle comunità per il recupero dei tossicodipendenti si è riscontrato che la biomusica aiuta e contribuisce a superare gli effetti negativi dei blocchi energetici, che si manifestano prevalentemente sottoforma di paura di affrontare la realtà, di essere se stessi, di comunicare con gli altri, di riconoscere situazioni dolorose e di assumere le proprie responsabilità. Gli obiettivi principali, come l'autoaffermazione, il coraggio, la fiducia in se stessi e la determinazione si ottengono solo quando si risolve il conflitto che ha generato il disagio e la sofferenza. I conflitti emotivi possono essere risolti solo quando la persona riesce ad individuare l'origine del suo male e la biomusica può essere un valido aiuto, soprattutto se supportato da altre tecniche psicoterapiche. I giovani che vivono in comunità sono invitati a partecipare volontariamente ed attivamente alle sedute di biomusica per un'intera settimana; gli incontri di due ore ciascuno si dividono in sedute di gruppo alla mattina ed individuali nel pomeriggio. Prima degli esercizi con il suono indirizzato vengono proposti giochi musicali, stiramenti e momenti di rilassamento per riscaldare il corpo; le attività che eventualmente vengono aggiunte e che solitamente chiudono le sedute sono i racconti e le fantasie guidate.

Il metodo

In Biomusica il metodo è un insieme di proposte tratte da diverse discipline che vengono utilizzate dal terapeuta per promuovere il benessere psicofisico della persona, aiutandola a superare i conflitti emotivi che causano disfunzioni al sistema bioenergetico. Il principio fondamentale di questo metodo sta nella convinzione che il suono esercita costantemente un'influenza sull'organismo umano. Il suono diventa così una vera e propria forma di energia; noi ascoltiamo con l'udito ma anche con le ossa, il sangue, i muscoli, la pelle e tutta la materia di cui siamo fatti. Siamo materia che vibra: tutto il corpo o una parte di esso può entrare in risonanza quando riceve vibrazioni simili alle proprie e ogni zona dell'organismo vibra a frequenze diverse a seconda dei materiali che la compongono.

Nella seduta di biomusica vengono, dunque, proposti esercizi con il suono vocale indirizzato, giochi, narrazioni e fantasie guidate.


Il corpo si comporta come un ricetrasmettitore di onde, sensibile alle vibrazioni sonore, in particolare a quelle situate approssimativamente nella zona corrispondente all'ampiezza media della voce umana, dalla più grave delle voci maschili alla più acuta delle voci femminili. Il principio attivo della tecnica del suono indirizzato consiste nell'emissione e nella ricezione cosciente dei suoni: si devono inviare le loro vibrazioni verso la zona corporea da noi voluta per rimuovere il blocco. Intonando determinate note nello loro giusta frequenza si agisce per risonanza simpatica sui blocchi, sciogliendoli, recuperando l'energia che avevano accumulato e ridistribuendola nell'organismo. Questo processo diventa efficace se applicato prima della somatizzazione dei conflitti, quando i blocchi sono ancora carichi d'energia.
Gli esercizi con suoni indirizzati si basano sulla combinazione di respiri appropriati, su intonazioni precise di note, su immagini mentali e sulla partecipazione attiva del soggetto e sull'intenzionalità con la quale vengono realizzate le attività.

La voce La voce nasconde in se una grande forza guaritrice; la voce è il principale strumento terapeutico per canalizzare ed indirizzare il suono verso il centro bloccato, influenzando di conseguenza anche gli organi corrispondenti. Cantando il suono più basso che siamo in grado di produrre e toccando le zone dove questo risuona, possiamo sentire vibrare il petto e parte del ventre, la schiena e le costole. Se poi proviamo con un suono medio, vibreranno il collo, la clavicola, la mandibola inferiore e parte della nuca, ciò vuol dire che questo secondo suono si collocherà un po' più in alto rispetto al primo. Da ultimo, se cantiamo un suono acuto il più forte possibile, ci accorgiamo che vibrano le ossa della testa, il naso, la fronte ed il palato, cioè le zone del corpo più alte delle precedenti. Questo è dovuto al fatto che ogni frequenza risuona in un posto particolare dell'organismo. Tanto più acuto è il suono prodotto o ricevuto, tanto più in alto vibrerà il nostro corpo.

Le vocali Secondo la Biomusica ci sono suoni della voce umana che agiscono su specifiche zone corporee. Si usano le vocali comuni a tutte le lingue, combinandole tra loro o rinforzandole con le consonanti H e M, che completano il lavoro delle vocali, poiché introducono nell'organismo le vibrazioni del suono emesso. In linea generale si può dire che su ogni zona corporea agisce prevalentemente una precisa vocale. Ecco quali sono le vocali, dove devono essere indirizzati i suoni e quali parti del corpo vengono interessate dalla vibrazione:

I - per il sistema nervoso e immunitario usiamo la vocale I, indirizzando il suono verso la testa, in particolare verso la radice del naso. Le zone interessate sono il cervello, le ghiandole dell'ipofisi e dell'epifisi;
E - per il sistema fonetico usiamo la vocale E, indirizzando il suono verso la gola. Le zone interessate sono la laringe, la tiroide e la paratiroide;
O - per il sistema circolatorio usiamo la vocale O, indirizzando il suono verso il centro del petto. Le zone interessate sono il cuore e il timo;
A - per il sistema respiratorio usiamo la vocale A, indirizzando il suono verso il petto. Le zone interessate sono i polmoni, i bronchi e la pleura;
U - per il sistema digestivo usiamo la vocale U, indirizzando il suono verso l'ombelico. Le zone interessate sono il fegato, lo stomaco, il pancreas e l'intestino; - sull'apparato sessuale e su altre zone specifiche si usano combinazioni di suoni.

Logicamente i suoni sono terapeutici e preventivi se sono adoperati nella loro giusta frequenza, con una respirazione adatta, con la postura corporea ad essi corrispondente e se sono attivati per un certo periodo di tempo.

Come agisce il suono indirizzato
Se colpiamo leggermente, ma continuamente sul nostro braccio compare una tenue macchia rossa che diventa scura se continuiamo a farlo. Il suono agisce nella stessa maniera: fa affluire il sangue lì dove colpisce, dove fa vibrare. La sillaba RIN, per esempio, fa affluire il sangue al naso; se proviamo a pronunciarla in tono acuto, sentiremo come le vibrazioni che inviamo vadano a sollecitare proprio quella zona, quando entra in risonanza. Ci sono fonemi come M e N che risuonano nelle ossa della testa; la M propaga la sua vibrazione verso il centro del cranio facendo risuonare la ghiandola pineale e l'ipofisi. Quando una ghiandola vibra è stimolata nella sua attività, nel suo lavoro: cantare un suono, diretto correttamente, influisce sulle funzioni ghiandolari. Per pronunciare un suono dobbiamo collocarlo ed emetterlo in una particolare maniera: la B fa risuonare le labbra e i denti anteriori, la G il centro del palato, e così di seguito. Ogni lettera, sillaba, parola e fonema è una vibrazione o un insieme di vibrazioni.

Istruzioni per l'uso
A quanti intendono utilizzare la tecnica del suono indirizzato si consiglia di:


o disporre di un ambiente calmo, senza la possibilità di essere interrotti;
o rilassarsi, tenere gli occhi chiusi e una posizione eretta;
o mantenere un volume medio della voce: ne troppo piano ne troppo forte. E' preferibile che i suoni A-O-U siano intonati con la voce grave, la E con la voce di tono medio e la I con la voce acuta. La vocalizzazione deve iniziare con la lettera H (lieve colpo sospirato) e finire con la lettera M (chiudere la bocca);
o effettuare l'inspirazione attraverso il naso, mentre l'espirazione serve per vocalizzare il suono, fino ad esaurire l'aria;
o fare uno o più esercizi almeno una volta al giorno;
o dedicare almeno cinque minuti per ogni esercizio;
o consultare il medico di fiducia se siete affetti da qualche malattia cronica, prima di eseguire gli esercizi.

I giochi di socializzazione, di riscaldamento, di creatività … teatrali, ritmici … sono tutti trasformazioni di giochi infantili e/o musicali ed hanno lo scopo di scuotere il soggetto togliendolo dalla sua immobilità, facendogli cioè eseguire movimenti corporei ai quali non è abituato, spingendolo a vincere le resistenze acquisite per avvicinarlo al resto dei componenti del gruppo. Il primo è un obiettivo che tende a fermare o ad alterare la catena di pensieri, emozioni e movimenti quotidiani, l'ultimo invece è socializzante. A livello muscolare si mira a contrarre e a rilassare le diverse zone corporee, scaricando le tensioni superficiali e caricando in modo positivo l'emotività della persona.



La narrazione, tecnica conosciuta sin dall'antichità, è usata in Biomusica per aiutare il soggetto a ripercorre la sua storia, per individuare eventuali situazioni difficili alle quali vengono tolte conflittualità e negatività. La musica in questa attività serve per creare un'atmosfera suggestiva e per isolare da eventuali rumori o voci provenienti dall'esterno, che potrebbero disturbare o distogliere l'attenzione. E' necessario che il soggetto sia in uno stato di rilassamento e calma e che visualizzi il racconto, poiché se dovesse perdere il filo della narrazione è possibile che proprio in quel punto del racconto si nasconda il conflitto, che si tenterà di risolvere con un dialogo successivo con il terapeuta. Vengono preferite le narrazioni che contengono le cosiddette immagini primordiali, presenti nei miti, nei racconti fantastici e nelle tradizioni folkloristiche, e che hanno speciali connotazioni collegate all'organismo umano e alle paure ataviche delle persone, come la luce, l'acqua ed il fuoco. La luce e l'acqua, percepite come sostanze fluide possono agire come ammorbidente della zona corporea su cui si tenta di lavorare, possono aiutare a distenderla e a favorire lo scioglimento del blocco emotivo che la interessa. La luce, immagine universale che tutte le persone sono in grado di riportare alla mente, induce a stati di rilassamento attivo. Il fuoco è presente nei racconti in cui si affrontano conflitti con persone dell'altro sesso.


Tecnica importante per aiutare la ristrutturazione delle personalità ed è ottima per concludere una seduta di Biomusica, soprattutto se si usano correttamente degli stimoli musicali appropriati, che permettono così di arrivare molto velocemente a conclusioni utili per gli obiettivi di questo metodo. Si tratta di << strutturare un argomento immaginario fra il soggetto e l'operatore, in cui si tenta di giungere ad un punto dal quale la persona possa osservare, direttamente o come allegoria, i sui nodi di conflitto emotivo >>. L'argomento della fantasia verrà sviluppato da entrambi: il terapeuta stimola, incoraggia, persuade senza forzare perché la persona, seduta e ad occhi chiusi, racconti le azioni che si sviluppano nel suo mondo interiore. La comparsa lungo il racconto di personaggi-chiave può alludere ad eventuali conflitti e l'immagine che li accompagna deve agire, << per attivare quei meccanismi mentali necessari affinché il problema venga risolto ed il ricordo negativo perda gradualmente la sua forza distruttiva >>. L'esperienza indica che le immagini più utilizzate si collegano a problemi emotivi originati nel nucleo affettivo - familiare e l'obiettivo non è certamente quello di modificare gli avvenimenti del passato, ma di cambiare la relazione emotiva della persona con gli stessi.

Bibliografia


M. CORRADINI, Biomusica - La Musicoterapia nel suo metodo integrale, Ed. COM, Ascoli Piceno, 1996.
M . CORRADINI, Iniziazione alla Musicoterapia, Esercizi di rilassamento, tonificazione ed equilibrio con la Biomusica, Ed. Mediterranee, Roma, 1999.
http://www.benessere.com/psicologia/arg00/musicoterapia/biomusica.htm

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