martedì 26 luglio 2011

The Green Beautiful/ La Belle Verte (ENG)

Really a rare awakening movie now available in French with English subtitles. It tells the story of a woman from an advanced civilization of another planet who decides to come to Earth and is astonished how far behind we are. Amusing and serious at the same time. An absolutely must to see!




QUI IN ITALIANO

http://www.youtube.com/watch?v=U16voX4mtTA&feature=related


LE EMOZIONI DELLE PIANTE



Alberi e piante manifestano visibilmente emozioni e sentimenti?
di Francesco Lamendola - 25/08/2009

Fonte: Arianna Editrice [scheda fonte]

Esperimenti sulle proprietà bioelettriche delle piante ci hanno messi in grado di sapere, ormai da diversi decenni, che le piante interagiscono con l'ambiente circostante non solo a livello fisico e irriflesso, ma anche a livello emozionale e spirituale: che provano turbamento, ad esempio, all'avvicinarsi di una persona che abbia in precedenza strappato una foglia in un determinato ambiente; e che, viceversa, esultano alla carezza di una persona che si prenda amorevolmente cura di loro.
Queste cose, ripetiamo, già si sapevano da tempo; e solo l'ottusa prevenzione e i rocciosi dogmi scientisti, conditi di arroganza intellettuale e di sostanziale povertà ed ignoranza sul piano umano, spingono ancora i nostri zelanti seguaci del verbo razionalista, materialista e positivista, a voltare la testa dall'altra parte per non vedere tali fenomeni, o a deriderli apertamente, se qualcuno tenta di parlarne con loro.
Ma, forse, c'è ancora di più.
È possibile che le piante, e perfino i grandi alberi, manifestino spontaneamente sentimenti ed emozioni, particolarmente la gioia e l'esultanza, agitandosi, fremendo, scuotendo i rami come per battere le mani (c'è anche un bellissimo versetto del profeta Isaia, che adopera questa precisa immagine); il tutto non come reazione ad una presenza umana, ma come movimento spontaneo della loro essenza, della loro - come dire? - personalità. La conseguenza inevitabile che dobbiamo trarre da tali moti spontanei della pianta è, infatti, che essa costituisce una entità vivente dai confini ben più vasti di quei che siamo soliti concederle.
Di fatto, in talune particolari circostanze è stato osservato un fenomeno del genere, tanto più convincente in quanto verificatosi in assoluta mancanza di vento: il che zittisce le facili obiezioni dei soliti increduli di professione. Tali obiezioni, peraltro, non si indirizzano tanto contro la realtà del fatto, quanto contro la sua possibilità: un modo di procedere assolutamente antiscientifico, eppure tipico della «forma mentis» degli scientisti ad oltranza, capaci di negare anche l'evidenza, qualora essa disturbi le loro intangibili certezze.
Ma chi lo ha detto che una pianta è un essere vivente del tutto privo di autocoscienza? Non sarà questa, per caso, una delle tante arbitrarie semplificazioni del reale, uno dei tanti pregiudizi assolutamente ingiustificati, che noi umani abbiamo stabilito una volta per tutte, solo per sentirci confermati nella smisurata vanità e nell'assurda pretesa di essere le uniche creature autocoscienti del mondo naturale e, quindi, le uniche in diritto di reclamare un ruolo di centralità e di dominio sull'intero mondo della natura?
Proviamo invece, anche solo in via di ipotesi, ad ammettere che un fiore, un arbusto, un albero centenario dal tronco possente, siano in grado di percepire la propria esistenza ed il proprio posto nel mondo, sia pure per vie diverse da quelle della logica discorsiva che noi, a torto, riteniamo la sola legittima via d'accesso per la comprensione della realtà.
Ecco, allora, che l'idea di una pianta, di un albero, o quali fremono di gioia e scuotono le fronde, e fremono in tutte le loro foglie non per altra ragione, che la pura e semplice gioia di esistere, di respirare, di godere della luce, della bellezza, della vita; per unirsi alla preghiera di lode e di ringraziamento che le creature umane talvolta, e quelle angeliche sempre, rivolgono all'Essere, origine benevola di tutto ciò che esiste, cesserà di apparirci come una inverosimile stranezza o, perfino, come una assoluta impossibilità, per presentarsi nella prospettiva di un fatto non solo verosimile e ammissibile, ma addirittura, a suo modo, perfettamente naturale.
Solamente l'uomo, infatti, deviando dal suo fine necessario ed estraniandosi, con le sue stesse mani, dalla comunità degli altri viventi, il più delle volte dimentica la bellezza e la gioia della vita universale, e trascura di rendere lode alla loro fonte, imprigionandosi in una triste gabbia, fatta di nichilismo e di pessimismo esistenziale, le cui sbarre sono costituite dall'idolatria della Ragione strumentale e calcolante.
Ma se invece è vero, come è vero, che noi non conosciamo le cose soltanto con la Ragione; anzi: che conosciamo le cose più importanti per ben altra via che quella esclusivamente razionale, e per la quale non siamo stati capaci di elaborare nemmeno una definizione appropriata; allora non dovrebbe costituire più, in alcun modo, motivo di meraviglia, il fatto che non l'uomo soltanto, ma tutti i viventi siano in grado di conoscere la realtà, nel senso più profondo del termine, e quindi che conoscano anche la propria esistenza; e ne gioiscano intimamente.

Ha scritto Silvano Troncarelli nel suo libro «Il fascino della mente. Oltre l'esperienza extrasensoriale» (Gardolo di Trento, Luigi Reverdito Editore, 1988, pp. 121-23):

«La dimensione unitaria della natura e della mente nonché la loro reciproca interazione, può talora manifestarsi concretamente sopra un piano di esaltante verifica.
S. Bernardo riceveva le risposte ai suoi quesiti filosofico-teologici dalle piante tra le quali passeggiava e meditava; il bosco del Subasio si tingeva di fiamma nella notte dell'estasi di S. Francesco.
Il 20 luglio 1983, con due amici, nel primo pomeriggio, da Verona ci portammo a Bosco Chiesa Nuova, sita a 1.100 mt., per sfuggire al caldo eccezionale di quei giorni.
Giunti sul posto, ci inoltrammo di pochi metri nel bosco; seduti sopra il terreno erboso, consumavamo qualcosa.
Ad un certo momento osservi stupito uno degli amici A. B., tutto assorto e silenzioso; guardava incuriosito verso l'alto, alla mia sinistra…D'un tratto si volta verso di noi esclamando: "Qui c'è qualcosa di strano… ho paura." "Paura di che?", disse l'altro amico, M. D. "Guardate quell'albero: non vede come è agitato; guardate le foglie, i rami. Non tira un alito di vento. Come è possibile?"
Senza guardare percepii subito che qualcosa di inconsueto stava accadendo. Lo avvertivo dentro di me. Fugacemente comunque alzai gli occhi, ma subito li abbassai. Provai una specie di turbamento che però non dispiaceva. Avvertivo addosso una inconsueta felicità… Non ero più quello di prima. Mi controllavo i battiti del cuore: erano più frequenti. Trattenevo una contentezza nuova, insolita.
Ogni tanto ritornavo a guardare; ma riabbassavo subito gli occhi come preso da una sorta di pudore, di rispetto per un "qualcuno". La pianta la sentivo come una creatura quasi umana.
Gradualmente mi ripresi dall'iniziale imbarazzo, e cominciai a guardare con più sicurezza..
Fu a quel punto che la pianta tutta parve scossa da un fremito. I suoi arboscelli, confusi tra il basso frascame, le foglie con i penduli fiori bianchi (era infatti un frassino), cominciarono a ad agitarsi più del solito. Più guardavo stupito e più il movimento cresceva. I due rami che avevo davanti si allargavano in tutta la loro ampiezza; davano la sensazione di abbracci, batter di mani…
In tutta quella eccitazione vibrava una diffusa felicità. Sii trattava di un albero in festa. Due pettirossi svolazzavano, cinguettando, tra un ramo e l'altro.
I due amici, stupefatti ed increduli, stavano per allontanarsi piuttosto turbati, quando dissi loro che poteva trattarsi soltanto di una qualunque corrente di vento che si muoveva in quella direzione. Ma giustamente mi fecero notare che c'era afa soltanto, e non si avvertiva un minimo di brezza: tutto era fermo.
In effetti solo quell'albero era "agitato "come da un forte vento. Gli alberi vicini erano perfettamente immobili, senza che una sola foglia si muovesse. Provai allora a lanciare verso lo stesso albero qualcosa di leggero che potesse dare un qualche segnale di movimento d'aria. Nemmeno per sogno.
Osservammo ancora.; si tentò un altro esperimento… Attendevamo il passaggio di qualche automobile nella strada, piuttosto vicina. Le vetture transitarono, ma tutto come prima. Ci rendemmo conto perfettamente che doveva trattarsi di qualcosa a noi ignoto.
I due amici erano ormai scesi nella strada; mi attendevano presso l'automobile.
Non riuscivo tuttavia a staccarmi da quello spettacolo. Non fissavo l'albero: aprivo, chiudevo, socchiudevo gli occhi… tutto era inverosimile! Poi abbandonai ogni "pudore". Contemplavo non solo con gli occhi ma con tutto il mio essere lo spettacolo: era un tripudio di movimento come se l'albero fosse decisamente in festa.
Fu indubbiamente un'esperienza straordinaria! Qualcosa avevo letto a propositi, ma ero piuttosto incredulo. Vi ritornai poco dopo per prendere delle foto con i particolari della pianta. Sul posto ebbi modo di parlarne con due anziane signore, due maestre in pensione. Una di esse mi disse: "Caro signore, le cose finché non si sperimentano non s credono; e certe esperienze possono anche mutare l'esistenza. Lei che insegna filosofia ricorda quello che diceva Spinoza: "Non ridere, non lugere neque contestari sed intelligere" (Non ridere, non piangere, non contestare, ma comprendere).
D'altronde la natura - aveva scritto il mistico JakobBoëhme - non è meno misteriosa della divinità. Né la natura né la divinità hanno alcun fondamento per essere conosciute da noi..
Si è a conoscenza del fatto che le piante possono rivelare una certa reattività alle azioni umane in base alle variazioni delle loro proprietà bioelettriche. Gli esperimenti di Cleve Baxter, dei coniugi francesi Vasser e dell'americano Franklin Loghersono in merito significativi. Tra questi esperimenti, tuttavia, e l'episodio, a componente assolutamente spontanea, la distanza appare notevole; esso traduce qualcosa di diverso e non definibile.
Lo spettacolo comunque che mi è stato dato di osservare e compartecipare, mi ha rivelato una natura viva, attiva, partecipe dei nostri sentimenti e vicissitudini.»

Conclusioni?
Noi crediamo di sapere tutto del mondo della natura; e, in effetti, conosciamo molte cose, dalla distanza fra i corpi celesti all'età dell'Universo, dalla velocità della luce alle proprietà fisiche e chimiche della materia.
In genere, però - almeno nella prospettiva della scienza occidentale moderna; altro discorso va fatto per le scienze non occidentali e anche per quella occidentale anteriore al 1600 - abbiamo trascurato di considerare la presenza di una dimensione spirituale che, così come si manifesta nell'uomo, indubbiamente è presente in ogni altro ente naturale: animale, vegetale, minerale, acqua ed aria comprese.
Ora, così come recenti esperimenti dimostrano la presenza della memoria e di una fortissima capacità emozionale nelle molecole di acqua viva (non nell'acqua morta chiusa in bottiglia; cfr. il nostro precedente articolo «I cristalli dell'acqua sono parte di un dialogo che la natura ci invita ad instaurare con lei», inserito nel sito di Arianna Editrice in data 11/08/2008), allo stesso modo, anzi a maggior ragione, possiamo e dobbiamo ammettere l'esistenza di tali proprietà negli organismi vegetali e specialmente in quelli più evoluti, a cominciare dalle felci, dalle gimnosperme e dalle fanerogame angiosperme.
Vi è un abete rosso tuttora vivente, in Svezia, la cui età è stata stimata in circa 8.000 anni: ciò significa che era già un grande albero millenario (sì, non centenario: millenario!) prima ancora che sorgesse l'Impero Romano, prima che Socrate insegnasse a filosofare e prima che Buddha indicasse agli uomini la sua strada per uscire dal dolore e dalla sofferenza. In base a quale folle presunzione potremmo escludere che un organismo vivente superiore, che ha vissuto innumerevoli inverni e primavere, estati ed autunni, abbia condotto una esistenza del tutto cieca e inconsapevole, senza neppure manifestare la felicità di vivere e di poter godere dell'impareggiabile spettacolo di un mondo vivo, rischiarato dalla luce del Sole di giorno, e impreziosito da migliaia di astri brillanti nel cielo notturno?
No: le piante vivono; e gli alberi sono le colonne di una immensa cattedrale a cielo aperto, che leva continuamente i suoi inni di lode e di ringraziamento verso la dimora dell'Essere.
Dovremmo imparare da loro, invece di dubitare di tutto e di essere così increduli e malfidenti verso quelle dimensioni dell'esistenza che non si possono misurare, quantificare, riprodurre a piacere in laboratorio, ma che erompono irresistibilmente da ogni fibra dell'universo.



Tante altre notizie su www.ariannaeditrice.it 

sabato 9 luglio 2011

LA MUSICA NELL'ACQUA E NELLE PIANTE




Emoto dice:
"Bevete tanta acqua
e prima di berla
soffermatevi
un attimo,
ditele qualcosa di bello
o pensate
qualcosa di bello
e trasmetteteglielo".
MASARU EMOTO

L'acqua è viva e partecipa alla vita emozionale degli uomini e della natura.

Fino a qualche anno fa questa tesi era sostenuta da chi si occupava di scienze olistiche o naturali. MASARU EMOTO, uno scienziato giapponese, ha cambiato per sempre tutto quello che pensavamo di sapere sull'acqua.
Molti scienziati prima di lui, avevano sostenuto che l'acqua provasse delle emozioni ed avesse una memoria.
Tutta la medicina omeopatica si basa appunto sul fatto certo che l'acqua possieda una memoria.
I rimedi omeopatici non fanno altro che imprimere nell'acqua la "memoria" del virus o del batterio da guarire, così l'acqua, entrando in noi, comunica al nostro corpo qual'è la malattia da debellare,e il nostro corpo attiva il procedimento di guarigione.
Queste scienze sono da sempre considerate alternative, perchè nessuno aveva mai provato scientificamente le capacità dell'acqua... poi è arrivato EMOTO.
Emoto ha inventato un procedimento assolutamente scientifico,per dimostrare che l'acqua ha una memoria e prova delle emozioni influenzate dalla musica, dalle parole pronunciate, da una parola scritta, dalle intenzioni.
Attraverso una tecnica messa a punto in decenni di lavoro, Emoto esamina al microscopio e fotografa i cristalli di acqua che si formano durante il congelamento, nello stesso istante in cui lui comunica all'acqua, parole, emozioni o musica.
I cristalli di acqua, trattati da Emoto, cambiano di struttura e comunicano attraverso la loro forma le proprie emozioni.
Esiste poi una differenza tra le acque. L'acqua di un acquedotto si comporta in modo differente dall'acqua prelevata da una sorgente.
Emoto mostra nelle pubblicazioni dei suoi studi, come l'acqua soffral'inquinamento, o i rumori, o il contatto con materie dannose:
esattamente come noi. Fino a poco tempo fa Masaru Emoto sembrava essere l'unico scienziato ad aver provato con metodi scientifici le reazioni emozionali dell'acqua, ma una voce si è unita alla sua per dire che
"Virus e batteri lasciano segnali elettromagnetici nell'acqua, che ha una sua memoria", a dirlo e il Premio Nobel per la Medicina LUC MONTAGNIER.


 



LA VOCE DELLE PIANTE


La Musica delle Piante vede le sue origini negli esperimenti compiuti nei primi anni 70 negli Stati Uniti, esperimenti volti a verificare l'esistenza di una sensibilità di reazione del mondo vegetale a stimoli esterni (luce, calore, colori, suoni). In Italia arriva nei primi anni 80 e, dopo alterne vicende, viene ripresa da Laura (musicista, musicologa e didatta della musica) e Tiziano (consulente informatico ed organizzativo), nella primavera del 2000. Da allora Laura e Tiziano hanno portato in giro per l'Italia e l'Europa la Musica delle Piante, proponendo contatti ed interazioni con le Piante stesse, con la speranza di vedere crescere un maggior senso di rispetto da parte dell'uomo nei confronti del Mondo Vegetale.
Domenica scorsa Tiziano ha portato queste melodie meravigliose a casa di Sabrina...
www.vocidipiante.it

mercoledì 6 luglio 2011

SCIENZIATI TROVANO MICROCHIP NEL TESCHIO DI NAPOLEONE

 


05 luglio 2011

PARIGI – Durante le analisi dei resti mortali di Napoleone Bonaparte gli
scienziati sono rimasti sconcertati dal ritrovamento di un microchip lungo
poco più di un centimetro incastonato nel cranio.

L’unica ipotesi presa in considerazione fino ad ora è che si tratti di un
impianto alieno. Che l’imperatore francese fosse stato rapito e
successivamente controllato dagli alieni?

“Le possibili ramificazioni della scoperta sono al momento troppo ampie per
essere comprese”, dichiara il dottor Andre Dubois al giornale medico
francese.

“Fino ad ora i casi confermati di rapimenti da parte di alieni hanno come
protagonisti persone comuni, che non hanno giocato un ruolo determinante
negli eventi mondiali. Invece ora si può ipotizzare che gli extraterrestri
abbiano agito nel passato per influenzare la storia del mondo. E
probabilmente stanno continuando a farlo!”

Dubois ha fatto la sua eccezionale scoperta durante lo studio dello
scheletro riesumato di Napoleone per conto del governo francese con tanto di
finanziamento di 100.000 euro.

“Volevo scoprire se fosse stato un disturbo dell’ipofisi a determinarne la
bassa statura.”, racconta lo scienziato che invece ha trovato qualcosa di
molto più sorprendente: “Andando a esaminare la parte interna del teschio la
mia mano ha sfiorato una piccola protuberanza. Ho osservato l’area con la
lente di ingrandimento e sono rimasto senza parole nel trovare un oggetto
che risulta essere un microchip super avanzato”.

Basandosi sulla crescita dell’osso attorno al microchip gli esperti credono
che sia stato impiantato quando Bonaparte era giovane.

“Napoleone è scomparso in un periodo di alcuni giorni nel Luglio del 1794,
quando aveva 25 anni. Più tardi dichiarò di essere stato tenuto prigioniero
durante il termidoro, il colpo di stato ad opera di Robespierre, ma non
esiste un documento che attesti questa reclusione. Ne deduco che sia stato
il momento in cui il rapimento ha avuto luogo”.

Da quel momento Napoleone iniziò la sua rapida ascesa. Già solo un anno più
tardi era a capo dell’esercito francese alla conquista dell’Italia.

In modo a dir poco miracoloso fu in grado di trasformare delle truppe
denutrite e disorganizzate in un una macchina da guerra in grado di
travolgere gli italiani.

Nel 1804, dopo una sequenza di vittorie travolgente, il basso generale
incoronò sé stesso imperatore di Francia e ingrandì ancora di più il suo
impero includendo Germania e Austria, come anche la Svizzera, la Danimarca e
la già citata Italia.

“Napoleone utilizzava strategie militari che erano avanti di un secolo
rispetto ai suoi avversari”, continua Dubois, “Magari l’impianto ha
accresciuto le sue abilità in qualche modo.”.

L’impianto potrebbe anche spiegare l’abitudine di Napoleone di tenere una
mano sul cuore, “È possibile che il dispositivo alterasse i segnali
elettrici da l cervello al cuore”.

Al momento della disfatta di Waterloo nel 1815 ad opera degli inglesi
l’Europa aveva cambiato volto a causa delle sue conquiste. “Cosa sarebbe
stato senza l’intervento degli alieni rimarrà per sempre un mistero, quindi
non possiamo dire se abbiano aiutato l’umanità o se l’hanno resa più debole”
conclude il dottor Dubois.

NOTA DELLA REDAZIONE: questo articolo ha destato molto scalpore e molti non
hanno esitato a fare contestazioni: c'è chi ha addirittura detto che il
dottor Andre DUBOIS manco esiste. Tutti i lettori possono contattare
l'autore di questa ricerca, il dottor Andre DUBOIS, cliccando qui
http://www.univ-valenciennes.fr/TEMPO/membres/dubois_andre .

Fonte originale: lifesgreatclues.com
Traduzione a cura di: secretus.altervista.org

martedì 5 luglio 2011

MICROVITA - NUOVO CONCETTO CHE UNISCE SPIRITO E MATERIA



" Diciamo che il progresso spirituale è influenzato dall'applicazione di microvite positive, ma in realtà anche le microvite altro non sono che la Grazia di Parama Purusa.
Quando gli esseri umani compiono atti virtuosi, praticano la meditazione, servono l'umanità sofferente riceveranno la Sua Grazia.
E per mezzo della Sua Grazia raggiungeranno la loro meta quando tutte le tendenze estroverse ed introverse raggiungeranno lo stato di Nivrtti ( senza vrtti).
Non solo gli essseri umani. ma anche gli animali e le piante raggiungeranno quello stato supremo per mezzo della Sua Grazia.
Cosa non è possibile per Sua Grazia ? "


Shrii Shrii Anandamurtiji
Propensities and Pramá
Published in:
Subhásita Samgraha Part 18




We say that spiritual progress is effected by the application of positive microvita; but in fact even microvitum is nothing but the grace of Parama Puruśa. Let human beings perform virtuous deeds, practise meditation, serve the suffering humanity, and in return they will attain His grace. Then by His grace they will certainly reach their goal when all the introversial propensities and all the extroversial propensities reach the state of Nivrtti. Not only human beings, but also animals and plants will reach that highest stance with the help of His grace. What is not possible with His grace? Everything is possible.


La Microvita: Un nuovo concetto che unisce spirito e materia


Professore Uttam Pati, Scuola di Biotecnologia, Università di Jawaharlal Nehru, New Delhi


Galileo ha dichiarato che la filosofia è scritta in quel grande libro che è l’Universo; tutte le verità sono facili da comprendere una volta che sono state scoperte, il punto è proprio quello di scoprirle.
Dopo che scoprì che le lune di Giove si muovevano intorno al pianeta, la corte papale lo dichiarò colpevole e fu messo agli arresti domiciliari sino alla morte.
400 anni più tardi, pochi mesi fa, il Papa di Roma si è scusato per questo. 2500 anni fa Buddha aveva implorato i suoi discepoli di “ non accettare alcuna dichiarazione o asserzione di verità basata sulla fede cieca, , perchè ogni posizione sulla realtà della natura dovrebbe essere basata su un ragionamento verificabile; questa posizione è stata appoggiata dallo stesso Einstein che ha affermato che la religione del futuro sarà una religione del cosmo, una religione basata sull’esperienza, che rifiuta qualsiasi dogma. Ciascuno realizzerà che la mente, che costantemente oscilla tra il grezzo e il sottile, tende a trovare la consapevolezza necessaria alle sue risposte; lo scienziato e il santo sono entrambi simili nelle loro percezioni.
Il filosofo PR Sarkar ha proposto una teoria unica per spiegare il concetto della “microvita”, una misteriosa emanazione del fattore cosmico, che è la risposta che legherebbe il crudo e il sottile in questo universo, laddove il sottile viene trasformato nella materia e la materia si converte in sottile. Il nostro mondo funziona con i limiti dei nostri sensi- nello stato più grezzo –e ogni cosa che va al di là di questo limite viene definita misteriosa. Il tempo con cui abbiamo identificato la materia più piccola, mostra la difficoltà di percepire particelle oltre l’elettrone e il protone o il Bosone di Higgs, la particella di Dio, il cui nome già suggerisce l’idea di qualcosa di misterioso. Con una logica simile, nella sfera psichica, ci potranno essere entità più piccole dell’ectoplasma o della sua copertura extra-psichica, l’endoplasma. La possibilità dell’esistenza di una particella ancora più piccola della particella di Dio, il bosone, e oltre l‘endoplasma, è stata postulata appunto come “microvita”.
Se supponiamo che l’esistenza di una particella più piccola è oltre la portata della sua identificazione, l’alternativa della sua scoperta risiede nella sua percezione. La maggior parte delle nostre scoperte scientifiche sono giunte innanzitutto grazie alla percezione; una volta realizzata l’“idea” è più facile giungere a dei risultati tramite degli esperimenti . C’è una continua conversione della materia nella microvita e una riconversione della microvita nella materia. La materia è composta di microvita dove l“idea” è la base costituente delle stesse microvita. Quest’unione simbolica tra materia e idea è la definizione del crudo verso il sottile; della vita verso la morte.


La radice della vita è nella microvita unitaria e non nel protozoi unicellulari o nelle cellule protoplasmiche unitarie. Come le microvita sono una creazione nella fase interna, le microvita positive possono dare la mente ad un corpo, e coscienza alla materia, così come le microvita negative sono presenti nei virus o nei batteri che potrebbero decomporre i corpi. Le Microvita- portatrici di vita-non sono carboniche, possono creare così come distruggere la mente e il corpo.


Esse, da differenti sorgenti, attraverso i clash e la coesione, possono portare un cambiamento importante nella struttura fisica attraverso l’universo, con un processo evolutivo che include la comparsa della vita nel grembo materno. La recente scoperta di Paul Bloom all’ Università di Yale precisa che la natura della moralità ha un’origine evolutiva e che le persone hanno ancora un rudimentale senso della giustizia che risiede in forme arcaiche.
Quest’ affermazione è sensata perchè queste strutture morali dipendono da facoltà emotive, processi intuitivi, per il bene e il male; l’origine potrebbe risiedere nella composizione, e nel tipo di interazione tra i gradi e la quantità di microvite.
Dati scientifici recenti provenienti dall’Università College di London mostrano che esiste una zona di conflitto tra le cellule normali e quelle adiacenti un tumore dove il corpo deve vincere per la sua sopravvivenza.


Le cellule tumorali- che potrebbero essere originate da microvita negative – potrebbero essere sconfitte da cellule adiacenti normali attraverso le microvita positive. Il Premio Nobel Luc Montagnier – che ha scoperto il legame tra HIV and AIDS – ha proposto recentemente che una soluzione diluita contenente DNA di un batterio patogeno e di un virus potrebbe emettere ”onde radio a bassa frequenza” che induce l’acqua circostante a organizzarsi in una nano struttura che potrebbe conservare una “memoria”. Potrebbe non essere prematuro ammettere che la “memoria cellulare” un’“idea”, che a sua volta potrebbe essere il fattore costituente della microvita.
Comprendere la microvita potrebbe significare ridurre il gap tra la fisica e la metafisica.


Speaker: Uttam Pati, Professore di Biologia molecolare e genetica,
School of Biotechnology, Jawaharlal Nehru University, New Delhi. He has been the Chairman and Dean of School of Biotechnolgy (1999-2007). He received his PhDs from the Allahabad University, India, and the University of New Brunswick, Canada, in Chemistry. He did his postdoctoral research in Medicinal Chemistry at the Max Planck Institute, Germany, Massachusetts Institute of Technology, USA, and at the Yale University School of Medicine, USA. He was a faculty in Medicine and Molecular Biology (1990-94) at the School of Medicine Georgia, Augusta, USA. His research interests include cancer biology and gene regulation, molecular chaperones and their role in hypoxic tumor, and allele-specific gene silencing. He has published more than thirty original research papers in the above areas. His other interests are education and society, ethics, social behavior and social justice. Recently he has lectured on microvita at various forums including Malaysia and Singapore