lunedì 6 dicembre 2010

VOYAGER - IN CERCA DI ATLANTIDE







"Al di là di quello stretto di mare chiamato Le Colonne d'Ercole, si trovava, infatti, un'isola più grande della Libia e dell'Asia messe insieme, e da essa si poteva passare ad altre isole, e da queste isole alla terraferma di fronte. In quell'isola chiamata Atlantide vi era un regno che dominava non solo tutta l'isola, ma anche molte altre isole nonché alcune regioni del continente al di là: il suo potere si spingeva, inoltre, al di qua delle Colonne d'Ercole; includendo la Libia, l'Egitto e altre regioni dell'Europa".

Questo è quanto ci tramanda il filosofo Crizia, il quale racconta che un secolo prima, nel 590 a.C., il legislatore Solone si era fermato a Sais, la capitale amministrativa dell' Egitto, dove aveva cercato di illustrare ai Sacerdoti di Iside le antiche tradizioni greche. Uno di questi Sacerdoti aveva risposto in modo ironico a quanto esposto da Silone: affermando che il popolo greco era un popolo poco evoluto mentre ne esisteva un altro su cui gli Egizi possedevano molta documentazione scritta. Secondo il sacerdote egiziano, una civiltà evoluta era esistita per secoli su "[...] un'isola più grande della Libia e dell'Asia messe insieme. L'isola era stata distrutta novemila anni prima da un immane cataclisma insieme a tutti i suoi abitanti [...]." Da tale descrizione, riportata da Crizia, emerge l'immagine di un territorio rettangolare di 540 x 360 chilometri, circondato su tre lati da montagne che lo proteggono dai venti freddi, e aperto a sud sul mare. La pianura è irrigata artificialmente da un complesso sistema di canali perpendicolari tra loro, che la dividono in seicento quadrati di terra chiamati in cui si trovano floridi insediamenti agricoli. La città principale, Atlantide, sorge sulla costa meridionale; è circondata da una cerchia di mura la cui circonferenza misura settantun chilometri; la città vera e propria, protetta da altre cerchie d'acqua e di terra, ha un diametro di circa cinque chilometri. Il possente impero di Atlantide, che si estende sulle isole vicine, è diviso in dieci stati confederati, ognuno dei quali è retto da un re; lo stato sovrano, quello che comprende la città di Atlantide, è suddiviso a sua volta in sessantamila distretti; ogni cinque o sei anni si svolge una sorta di pubblica assemblea con la partecipazione del popolo che giudica l operato delle varie amministrazioni. Dopo molti anni di guerra, un grande terremoto e un'inondazione fanno sprofondare Atlantide nelle acque dell'oceano. Una giusta punizione, in quanto, con il trascorrere dei secoli, gli Atlantidei si sono corrotti.

Atlantide? Il continente sommerso, uno dei misteri più affascinanti mai risolti… o forse no?

Un continente intero scomparso?
La sua scomparsa ha dell'incredibile e soprattutto la sua esistenza o meno rende l'argomento molto interessante per coloro che sono sempre alla ricerca della verità delle cose.
Il primo fra tutti a parlare di Atlantide fu il grande filosofo greco Platone. Platone pone Atlantide oltre le Colonne d'Ercole, che corrispondono allo stretto di Gibilterra, e a confermarlo viene la precisazione secondo cui il Mediterraneo sarebbe paragonabile a "un porto la cui entrata è stretta"; al di là della quale si forma il " vero mare". In alcuni libri antichi, si parla di "un'isola posta di fronte al Mediterraneo, culla della civiltà, fonte della tecnologia del bronzo e del ferro, patria originaria dell'adorazione del Sole". L'archeologo greco Galanoupoulos afferma che non occorre andare troppo lontano per cercare di localizzare Atlantide; essa dovrebbe, infatti, essere identificata nell'isola di Santorini (l'antica Thera), in pieno Mare Egeo. Platone, quindi, avrebbe sbagliato, perché avrebbe interpretato male le note di altri studiosi prima di lui! In ogni caso, le teorie dell'archeologo greco non sono state prese sul serio in quanto per molti ricercatori del Continente sommerso, queste sarebbero addirittura insostenibili. Infatti, lo studioso tedesco Helmuth Hoffmann ci dice: "Riconducendo Santorini alle sue reali dimensioni dovremmo constatare che la zona è stata sempre un''Atlantide', come ne esistono parecchie in tutto il mondo, ma che non per questo la si può identificare nel Continente sommerso di Platone. Se volessimo tentare di compilare un atlante di tutte le terre sommerse, avremmo molto da lavorare! Parecchi scienziati, dunque, accettano oggi l'affermazione di Platone secondo cui Atlantide sarebbe stata posta "al di là delle Colonne d'Ercole", ma non dobbiamo dimenticare in ogni caso che Atlantide è 'senza confini'!"


Mistero molto intrigante che appassiona, da epoche, studiosi e ricercatori ma anche uomini comuni che vedono in Atlantide una specie di Paradiso dove nessun essere umano è riuscito mai ad arrivare.
Nel 1492, Cristoforo Colombo scoprì che, al di là dell'Atlantico, esisteva davvero una terra; mentre il filosofo inglese Francis Bacon suggerì che avrebbe potuto trattarsi del continente descritto dall'antico filosofo. Molte opinioni cominciarono a modificarsi, tanto che nel XVI e XVII secolo Guillaume Postel, John Dee, Sanson, Robert de Vangoudy e molti altri cartografi chiamarono le Americhe con il nome di Atlantide. Dopo la Conquista, si scoprì,inoltre, che un antica leggenda degli indigeni del Messico, trascritta nel Codice Aubin, iniziava con queste parole: "Gli Uexotzincas, i Xochimilacas, i Cuitlahuacas, i Matlatzincas, i Malincalas abbandonarono Aztlan e vagarono senza meta". Aztlan era un'isola dell'Atlantico, e le antiche tribù avevano dovuto lasciarla perché stava sprofondando nell'oceano. Dall'isola i superstiti avevano preso il nome: si facevano infatti chiamare Aztechi, ovvero "Abitanti di Aztlan". Per la cronaca, in Messico questa teoria non è relegata nei volumi fantastici: viene insegnata a scuola un po' come da noi la storia di Romolo e Remo; al Museo di Antropologia di Città del Messico sono esposti molti antichi disegni che descrivono la migrazione. Qualcuno comincia a rilevare alcune analogie tra la civiltà dell'antico Egitto e quelle dell'America Centrale: costruzioni piramidali, imbalsamazione, anno diviso in 365 giorni, leggende, affinità linguistiche; Atlantide sarebbe stata dunque una sorta di ponte naturale tra le due civiltà, esteso, probabilmente, tra le Azzorre e le Bahamas. Nel 1815, Joseph Smith, contadino quindicenne di Manchester, nella Contea di Ontario a New York, ebbe un primo incontro con un angelo di nome Moroni (o, secondo le prime fonti, Nephi) che gli promise rivelazioni straordinarie. Molti anni dopo l'angelo gli mostrò il nascondiglio di alcune preziose tavole scritte in una lingua sconosciuta che Smith, illuminato dall'ispirazione divina, si mise diligentemente a tradurre. Nel 1830 uscì il Libro di Mormon, vera e propria Bibbia della sètta dei Mormoni, che descrive una distruzione con caratteristiche del tutto simile a quella che sembra sia avvenuta ad Atlantide. Trentadue anni più tardi. un eccentrico studioso francese, l'abate Charles-Etienne Brasseur, scoprì la "prova definitiva" del collegamento tra Mediterraneo, Atlantide e Centro America. Le sue teorie furono immediatamente screditate, ma ispirarono la prima opera veramente popolare sull'argomento: Atlantis, the Antediluvian World (Atlantide, il mondo antidiluviano) dell'americano Ignatius Donnelly (1882). Secondo Donnelly, Atlantide era il biblico Paradiso Terrestre, e là si erano sviluppate le prime civiltà. I suoi abitanti si erano sparpagliati in America, Europa e Asia; i suoi re e le sue regine erano divenuti gli dèi delle antiche religioni. Poi, circa tredicimila anni fa, l'intero continente era stato sommerso da un cataclisma d'origine vulcanica.

Nascoste nelle profondità del mare Caraibico, davanti alla penisola Cubana di Guanahacabibes, nei pressi di un vulcano spento, in un’area di venti km2 del pavimento oceanico, immense strutture formano un reticolato urbano, che spicca sulla spianata di sabbia bianca, con i suoi muri ad angolo retto. Le strutture si snodano in un regolare e ordinato groviglio di strade, vicoli, incroci e piramidi di stile mesoamericano.

A sostegno della sua tesi, Donnelly adduceva le analogie culturali descritte sopra, e qualche prova geologica a dire il vero non troppo convincente. Gli studi pseudo scientifici pro e contro Atlantide cominciarono a succedersi a ritmo vertiginoso. La gran massa degli studiosi concordava nel situare Atlantide in mezzo all'Atlantico, come suggerisce la sua stessa denominazione; ma in Francia le cose andarono diversamente. Il botanico D. A. Godron fondò la "Scuola dell' Atlantide" in Africa nel 1868, collocando la città perduta nel deserto del Sahara. Godron e il suo seguace Berlioux si rifacevano all'opera Biblioteca Storica del greco Diodoro Siculo (90-20 a.C.), il quale aveva affermato che "un tempo, nelle parti occidentali della Libia, ai confini del mondo abitato, viveva una razza governata dalle donne, La regina di queste donne guerriere chiamate Amazzoni, Myrina, radunò un esercito di trentamila fanti e tremila cavalieri, penetrò nella terra degli Atlantoi e conquistò la città di Kerne". Secondo l'italiano Flavio Barbero, Atlantide si sarebbe trovata in Antartide. In tempi remoti il clima di quel territorio era temperato, e una civiltà vi ci si sarebbe potuta tranquillamente sviluppare; poi le glaciazioni l'avrebbero completamente distrutta (l'ipotesi é esposta nel volume Una civiltà sotto il ghiacci, 1974). Un altra recente teoria identifica Atlantide con Tartesso, prosperosa città - stato di origine fenicia costruita su un'isola alle foci del Guadalquivir. Nel 1973 la sensitiva Maxine Asher riuscì a convincere il rettorato dell'università di Pepperdine (California) a finanziare una spedizione sottomarina in Spagna, dove forti vibrazioni psichiche le avevano segnalato la presenza di una città sommersa. Molti tra studenti e professori versarono dai duemila ai duemilaquattrocento dollari, e la Asher partì effettivamente per Cadice, da dove diramò un falso comunicato stampa che confermava il ritrovamento. Ricercata dalle autorità spagnole - si era eclissata con il denaro raccolto - fu arrestata in Irlanda, mentre stava organizzando un'identica messinscena. Verso la fine del secolo scorso, lo studioso inglese Philip L. Slater ipotizzò l'esistenza di un sub - continente sommerso (da lui battezzato "Lemuria") che avrebbe potuto unire l'Africa all'Asia in un'epoca remotissima. Non c'è da stupirsi se, nel romantico clima ottocentesco, l'ipotesi dell' esistenza di un nuovo continente scomparso incontrò subito grande successo. Nel 1888, anche, Helena Blavatsky, fondatrice di un gruppo esoterico chiamato "Società Teosofica", confermò entusiasticamente la teoria, che lei già conosceva per averla letta (insieme alla "vera" storia della fine di Atlantide) nelle misteriose "Stanze di Dzyan", un antico libro scritto in una lingua sconosciuta che racchiudeva la storia dimenticata dell'uomo. Secondo la Blavatsky, ad Atlantide e a Lemuria abitava la terza di sei razze che avrebbero popolato la terra in tempi remoti; i suoi rappresentanti erano poco meno che degli dèi, dotati di straordinarie conoscenze esoteriche poi tramandatesi solo entro una ristrettissima cerchia di iniziati.

Atlantide : cause della scomparsa!

Per quanto riguarda le cause, le ipotesi sono molteplici: dall'eruzione vulcanica, a una guerra nucleare, alla caduta di un asteroide o di una seconda luna che, in tempi remoti, avrebbe orbitato intorno al nostro pianeta.
Un cataclisma di tale portata potrebbe arrecare conseguenze di vari ordini; la scomparsa di un continente modificherebbe le correnti oceaniche, mutando in modo radicale le situazioni climatiche, creando nuove glaciazioni e nuove zone desertiche.
L'onda d'urto e la susseguente marea distruggerebbero gran parte delle città portuali e molte città dell'interno; l'immensa e rapidissima compressione causata dall'impatto con un gigantesco asteroide provocherebbe una radioattività pari a quella di numerose bombe H. La polvere sollevata da una simile esplosione oscurerebbe il sole per anni, provocando terrori ancestrali (e, tra l'altro, ulteriori conseguenze sul clima e i raccolti). Se Atlantide fosse stata davvero la dominatrice di altre civiltà, inoltre, la sua scomparsa avrebbe suscitato lotte e sconvolgimenti. Occorre dire, infatti ,che se Atlantide fosse stata distrutta in un giorno e una notte, come Platone asserisce, la Terra avrebbe conosciuto necessariamente un'era di barbarie, e una nuova civilizzazione non avrebbe potuto evolversi prima di cinque, seimila anni. Il tempo sufficiente per cancellare e trasformare in leggenda ogni traccia di un remoto passato…


Robert Sarmast : Scoperta Atlantide! La terra sommersa sarebbe stata individuata a sud-est di Cipro, è un archeologo americano a sostenerlo!
Individuate a 1500 metri sotto il livello del mare alcune strutture artificiali rettangolari, con una muraglia lunga tre chilometri

Robert Sarmast, un archeologo americano che afferma di avere prove irrefutabili, anche se non tangibili, dichiarò qualche anno fa d'aver individuato i resti della mitica città platonica sul fondale del Mediterraneo orientale, fra Cipro e Siria, a 1.500 metri sotto il livello del mare.
Sarmast afferma di avere individuato su un'altura del fondale alcune strutture artificiali rettangolari, con una muraglia lunga tre chilometri. La sommità della collina risulta fortificata e circondata da un muro con profondi fossati.
Era un bacino, ha spiegato il ricercatore americano, che fu inondato verso il decimo millennio a.C. da un diluvio che sommerse il lembo di terra dove sorgeva Atlantide. Alla conferenza stampa in cui ha illustrato la scoperta, Sarmast ha esibito solo una ricostruzione animata al computer della "collina" da lui individuata sul fondale.
Servirà un finanziamento di almeno 250.000 dollari, ha aggiunto, per proseguire la ricerca. La scoperta di Atlantide era stata già annunciata numerose volte in località disparate, dalle Azzorre al Mar Cinese Meridionale, dall'Egeo all'Atlantico meridionale.

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