mercoledì 24 settembre 2008

LA VITAMINA D : FUNZIONE ANTITUMORALE



Una delle pratiche più importanti dello Yoga riguarda l'uso dell'acqua e il bagno giornaliero.
La doccia andrebbe fatto al mattino per liberare prima possibile la pelle dalle tossine eliminate durante il riposo notturno. Terminata la doccia o il bagno si procede ad un'altra pratica tipica, cioè il restare qualche tempo (1-2 minuti), con il corpo bagnato, davanti ad una qualsiasi fonte di luce (naturale o artificiale) e ripetere dei Mudra (gesti) e dei Mantra (vibrazioni acustiche).

Lo luce viene prismatizzata, nei suoi sette colori, dalle numerose gocce sulla pelle migliorando il funzionamento delle ghiandole sebacee e contribuendo alla produzione della vitamina D.




La vitamina D ha un significativo ruolo protettivo nei confronti dell’organismo, soprattutto in funzione antitumorale, dato che è coinvolta nei meccanismi di regolazione della crescita, della differenziazione e della morte cellulare . Una nuova ricerca ha riscontrato una associazione tra un gene coinvolto nel metabolismo della vitamina D e alcune forme di tumori della pelle. Pubblicato sull’ultimo numero della rivista “Cancer”, organo ufficiale dell’American Cancer Society, lo studio suggerisce che i soggetti con alcune varianti nel gene denominato BsmI hanno un rischio aumentato di insorgenza di melanoma. Come descritto in una vasta letteratura, la vitamina D ha un significativo ruolo protettivo nei confronti dell’organismo, soprattutto in funzione antitumorale, dal momento che tale sostanza è coinvolta nei meccanismi di regolazione della crescita, della differenziazione e della morte cellulare. Tale coinvolgimento è supportato dall’evidenza degli effetti dell’esposizione alla radiazione solare, che stimolando la produzione di vitamina D produce effetti antitumorali.

A livello molecolare, la vitamina D si lega a un recettore che si trova all’interno delle cellule. A causa delle differenze genetiche che si manifestano in questi recettori, si ritiene che diversi soggetti abbiano differenti livelli di attività della vitamina D nel proprio organismo.
Per questo motivo, alcuni individui possono essere naturalmente predisposti a raggiungere una maggior livello di protezione dai tumori veicolato dalla vitamina D. Tuttavia, i risultati degli studi non sono univoci su questo argomento, e finora non è stata effettuata una revisione esaustiva dei dati disponibili.

Per colmare questa lacuna, Simone Mocellin e Donato Nitti dell’Università di Padova, in Italia, hanno esaminato la ricerca esistente in materia analizzando in particolare l’associazione tra varianti comuni del recettore per la vitamina D e il rischio di melanoma. L’analisi ha rivelato una correlazione significativa tra il rischio di melanoma e il gene BsmI.
"Questi risultati stimolano ulteriori ricerche su questo argomento e supportano indirettamente l’ipotesi che l’esposizione al sole possa avere un effetto anti-melanoma tramite l’attivazione del sistema della vitamina D”, hanno concluso gli autori. (fc)



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